Cucina

Da Asanka i piatti ghanesi da mangiare con le mani

In cucina c’è Isaac Boateng: «Porto a Brescia tutti i sapori della mia terra»
Il 31enne ha aperto un ristorante dopo l’esperienza ad Afrobrix -  © www.giornaledibrescia.it
Il 31enne ha aperto un ristorante dopo l’esperienza ad Afrobrix - © www.giornaledibrescia.it
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Sembra polenta, ma è «fufu», un piatto di origine ghanese che Isaac Boateng da qualche giorno serve anche a Brescia insieme alla zuppa d’arachidi, di carne e di pesce. «Porto nella mia città il gusto tipico della terra in cui sono nato», spiega lo chef titolare, insieme ad altri due soci (Giorgio Boateng e Richard Baidoo), del nuovo ristorante africano Asanka di via Pusterla.

Oggi trentunenne, Isaac è arrivato in Italia nel 2006 e qui ha frequentato «medie, superiori e un pizzico di università». Da sempre appassionato di cucina, ha fatto alcune esperienze nei locali cittadini e ha organizzato eventi gastronomici per far conoscere ai bresciani il suo Paese d’origine ad esempio ad Afrobrix, il festival sull’afrodiscendenza che si tiene ogni anno al Centro Comboni.

Con l’apertura di Asanka, per lui, si realizza un sogno: «Il nome che abbiamo scelto - racconta - è un richiamo a ciò che oggi chiameremmo "frullatore", ossia una "pentola per macinare" realizzata in argilla e utilizzata, appunto, per macinare ingredienti freschi utili a preparare la maggior parte delle prelibatezze del Ghana».

Prelibatezze come un piatto a base di melanzane, habanero, spinaci e olio di palma che si può assaggiare in via Pusterla. Menù. «Dal lunedì al venerdì propongono una cucina ghanese rivisitata affinché possa incontrare i gusti di tutti - spiega lo chef -. Poi il sabato e la domenica faccio largo a piatti più tradizionali che invito a mangiare con le mani per provare un’esperienza nuova in pieno stile ghanese».

Tra le ricette di cui Isaac va particolarmente fiero spiccano quella del «fufu», una sorta di polenta preparata con platano e farina di manioca che è molto diffusa in Africa e nei Caraibi, e del «banku», «un’altra specie di polenta da mangiare con le mani - racconta - che proponiamo in abbinamento al pesce grigliato "tilapia" e a tre salse con diversi gradi di piccantezza».

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