Ugo da Como e la scala di libri che porta al cielo

La fondazione-biblioteca di Lonato «inventata» da un avvocato che fu allo stesso tempo uomo del Rinascimento e del Risorgimento
La Casa del Podestà alla Fondazione di Ugo da Como di Lonato - © www.giornaledibrescia.it
La Casa del Podestà alla Fondazione di Ugo da Como di Lonato - © www.giornaledibrescia.it
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Una casa elegante e piena di libri che racconta di una passione incontenibile che ha trovato il proprio spazio. Eccoci nel palazzo di un’anima forse più antica rispetto al periodo in cui vive (tra il 1869 e il 1941). Eppure Ugo da Como, pur abitando in un luogo che evocava il Rinascimento e che come gli umanisti amava i classici e soprattutto Seneca, non era ignaro dei suoi tempi, anzi li comprendeva benissimo.

Veniva da una famiglia della ricca borghesia bresciana liberale ed era un uomo del Rinascimento e insieme del Risorgimento. È avvocato, giurista, onorevole, senatore, sottosegretario e persino ministro, ma quando sale al potere il fascismo si defila dalla politica. Si ritira nel posto di cui un giorno di tanti anni prima si era follemente innamorato: la Casa del Podestà, nel centro storico di Lonato. Un mezzo rudere in abbandono, che aveva acquistato per pochi denari e fatto ristrutturare da Antonio Tagliaferri, architetto trendy dell’epoca.

La riempie di quadri e pezzi d’antiquariato, ma più di tutto di libri. Ne è così attratto da arrivare ad accumularne decine, centinaia, migliaia. Di ogni argomento, epoca e persino dimensione (da tomi pesanti come macigni a un librino grande come una falangetta con una lettera di Galileo Galilei). Li stipa fuori e dentro ogni mobile (persino in armadi, cassetti e cassapanche). Arriva a possedere 30000 volumi (il più antico è una versione delle Satire di Giovenale), tra cui 400 incunaboli, i rarissimi libri pubblicati dall’invenzione della stampa al 1500. Alla fine diventano così tanti che nel 1923 chiama di nuovo il Tagliaferri per farsi costruire una biblioteca in giardino.

La biblioteca della Casa del Podestà a Lonato - © www.giornaledibrescia.it
La biblioteca della Casa del Podestà a Lonato - © www.giornaledibrescia.it

L’edificio, dal soffitto altissimo tutto pieno di tomi, ispira sacralità e forse non a caso assomiglia a una chiesa. Entrando non si ha l’impressione di essere schiacciati dal peso del sapere, anzi si comprende come, ascendendo di scaffale in scaffale, i libri non rappresentino altro che una scala verso il cielo. Solo poche anime elette potevano adire al patrimonio cartaceo di Ugo, ma lui crea la Biblioteca Popolare, dove mette libri adatti a tutti (a quei tempi studiare era un lusso per pochi). Dovendo lasciare questa terra mortale gli viene in mente di creare una Fondazione a lui intitolata che includa Biblioteca Popolare, Rocca, Casa del Podestà e soprattutto i suoi libri. Quando Ugo vide arrivare i fascisti e i loro alleati, portò, complici persone fidate, i suoi figli di carta al cimitero e li murò in un luogo segreto, affinché potessero tornare a casa tutti insieme dalla guerra. E così è stato. Ugo sapeva che gli uomini passano ma le idee restano. Meglio se scritte.

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