Ambiente

Risorse idriche, i fondi del Pnrr non bastano a coprire due progetti bresciani su tre

I finanziamenti per le infrastrutture non sono sufficienti per completare l'acquedotto della Valtrompia e la traversa fluviale di Sarnico
La traversa fluviale di Sarnico, nota come diga - Foto © Andrea Belussi per Visit Lake Iseo
La traversa fluviale di Sarnico, nota come diga - Foto © Andrea Belussi per Visit Lake Iseo
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Sono bastate le immagini dell’isola dei Conigli raggiungibile a piedi in mezzo al lago di Garda per ricordarci che anche quest’anno il problema della siccità è tutt’altro che archiviato. 

Politici, amministratori e agricoltori hanno ricominciato a parlare con preoccupazione delle risorse idriche, nel tentativo di capire come fronteggiare l’assenza di pioggia, le temperature alte e i terreni che si seccano troppo velocemente. Per cercare di risolvere almeno la carenza dei sistemi di approvvigionamento, che in Italia è cronica e provoca ogni anno perdite d’acqua ingenti, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha previsto investimenti specifici, che però potrebbero non essere sufficienti, come dimostrano due dei tre progetti finanziati in quest'ambito che riguardano il territorio bresciano.

L'investimento

Il Pnrr ha stanziato 2,9 miliardi di euro per migliorare il sistema idrico nazionale e fare fronte agli effetti della crisi climatica. I progetti dovranno essere pronti entro il 2026, ma come ha notato Open Polis le richieste di finanziamento pervenute al ministero sono superiori alle risorse messe a disposizione.

Tra gli investimenti economici del Pnrr quello più consistente riguarda le infrastrutture idriche primarie di approvvigionamento, cioè quelle che forniscono acqua per usi civili, agricoli, industriali e ambientali. L’obiettivo è metterle in sicurezza, ridurre gli sprechi e renderle più adatte alle trasformazioni imposte dal cambiamento climatico. Per questa misura sono stati previsti due miliardi di euro (qui il dettaglio di come sono suddivisi gli investimenti). 

Nell’ultimo rapporto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti sui progetti finanziati, che risale a ottobre 2022, viene fatto il punto sulla distribuzione totale delle risorse: 1,01 miliardi di euro sono stati destinati a 51 interventi nel sud Italia, 300 milioni per 32 interventi nel centro e 700 milioni per 39 interventi nel nord. I progetti finanziati sono quindi complessivamente 122. In Lombardia ce ne sono 10 per un totale di 56,5 milioni di euro. Per ottenere la cifra completa i soggetti attuatori, cioè gli enti che si sono aggiudicati il finanziamento, devono assegnare gli appalti entro il 30 settembre 2023

Tra i progetti ce ne sono anche tre che riguardano il territorio bresciano: la traversa fluviale di Sarnico (1.474.000 euro) di cui si occupa il Consorzio dell’Oglio, l’acquedotto della Valtrompia (27.581.000 euro) in carico all’Azienda Servizi Valtrompia Spa e la roggia Lonata (26.500.000 euro) gestita dal Consorzio del Fiume Chiese. In totale sono stati previsti più di 55 milioni e 500mila euro per il nostro territorio. Una cifra consistente, che però non basta a coprire il costo delle opere.

La traversa fluviale di Sarnico

 «I progetti preliminari sono stati consegnati nel 2021, quando non c’erano ancora i rincari dei materiali e del gas - spiega Francesco Tengattini, responsabile dell’ufficio tecnico del Consorzio dell’Oglio che segue il progetto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico della traversa fluviale di Sarnico -. I costi di esercizio sono aumentati moltissimo in fase progettuale. Abbiamo quindi chiesto al ministero più fondi perché quelli previsti non bastano più per fare quanto avevamo ideato con il progetto preliminare. Abbiamo ricevuto un primo lotto di finanziamenti e siamo in attesa di capire dal governo quando e come otterremo altri importi».

La traversa fluviale è un’opera di sbarramento del fiume che ha una funzione analoga a quella delle dighe ma è strutturata in modo diverso: produce un leggero rialzamento (rigurgito) della superficie dell'acqua in modo tale che l'acqua a monte dello sbarramento non esca dall'alveo del fiume. Quella di Sarnico svolge un ruolo fondamentale per regolare il livello del lago d'Iseo e per l’irrigazione dei campi della Bassa bergamasca e bresciana. I cantieri per demolirla e ricostruirla sono partiti a inizio marzo, sotto la gestione della ditta Spina. Una volta terminata questa fase, si procederà ai lavori di adeguamento sismico. Per ora è arrivato circa il 30% delle risorse del Pnrr, fa sapere il Consorzio dell'Oglio.

Acquedotto Valtrompia

Anche l’acquedotto della Valtrompia deve fare i conti con i rincari degli ultimi anni. Ad aprile dovrebbe chiudersi la conferenza dei servizi ora in corso per discutere del progetto definitivo e l’Azienda Servizi Valtrompia, che gestisce il progetto, bandirà la gara per l’assegnazione dei lavori che ricevono più di 27 milioni e cinquecentomila euro dal Pnrr. «Non sono sufficienti per il progetto che abbiamo presentato - dice l’amministratore delegato Piercostante Fioletti -. Era un progetto pronto, redatto nel 2016, che quindi ha subito i rincari degli ultimi sette anni e in particolare l’aumento vertiginoso dei costi dei materiali e dell’energia del 2022».

Di conseguenza il progetto pensato per realizzare un unico acquedotto in grado di servire otto comuni dell’alta e media valle non si potrà fare con i fondi ottenuti finora: «Le risorse stanziate dal Pnrr ci permetteranno di realizzare poco più della metà dell’intervento originale - spiega l’ingegnere Francesco Guidi dell’Asvt -. Sarà comunque un’opera funzionale, quindi non creeremo una cattedrale nel deserto, ma per il momento non raggiungerà tutti i comuni previsti».

L’Azienda Servizi Valtrompia conta però di ricevere nuovi finanziamenti dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti: «Abbiamo già rivisto il progetto con Roma, ma speriamo di ottenere altri fondi dal ministero, che ha già iniziato a ridistribuire le risorse dei comuni che avevano ottenuto finanziamenti ma non sono riusciti a rispettare le scadenze» prosegue Guidi. 

Al momento i fondi del Pnrr basteranno per unire gli acquedotti tra Bovegno e Tavernole. Resteranno quindi fuori dalla nuova rete sovracomunale Gardone Valtrompia, Sarezzo, Villa Carcina e Lumezzane. «Per noi ricevere i finanziamenti del Pnrr è stato un vanto, visto che si tratta di un’opera che ha come obiettivo migliorare il servizio dell’uso di acqua potabile per i cittadini» conclude Fioletti.

La roggia Lonata

Le cose vanno meglio invece per la roggia Lonata promiscua e la roggia Lonata, i due canali di derivazione del fiume Chiese che scorrono in provincia di Brescia e in provincia di Mantova e che vengono usati per irrigare i campi. In questo caso i 26 milioni e 500mila euro destinati al Consorzio Fiume Chiese bastano per completare l’opera come da progetto. «Abbiamo ricevuto il finanziamento con un decreto nel 2022, quindi i prezzi sono stati aggiustati in base ai rincari dell’anno scorso. Il progetto prosegue come da programma, siamo in fase di definizione dell’appalto e puntiamo a bandire la gara verso metà anno» dichiara il presidente Luigi Lucchi.

Le altre misure del Pnrr

Stando a quanto è riuscito a ricostruire Open Polis basandosi su una relazione della Corte dei Conti, ci sono altre tre misure principali finanziate dal Pnrr per questa linea di investimento sulle risorse idriche. La seconda riguarda la riduzione delle perdite e mira a ridurre del 15% le perdite di acqua potabile lungo 15mila chilometri di reti. La terza misura prevede investimenti per 600mila euro sulle fognature e sui sistemi di depurazione, infine la quarta prevederebbe 450 milioni di euro per il trattamento dei fanghi delle acque reflue.

A ottobre il presidente dell'Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi) Francesco Vincenzi ha spiegato che i consorzi di bonifica stanno eseguendo 700 milioni di lavori e che a breve sarebbero arrivati altri 200 milioni da destinare alle risorse idriche. 

A parte queste dichiarazioni, il rapporto del ministero delle Infrastrutture e il decreto 517/2021 che elencava già tutti i progetti finanziati, non è facile capire come procedano i lavori perché i dati disponibili sono pochi e frammentati in diversi documenti. Sul sito dedicato al Pnrr chiamato Italia Domani, per esempio, le informazioni sono scarne: si dice solo che l’aggiudicazione degli appalti è «in fase di avviamento», ma non ci sono dati aperti - cioè consultabili da chiunque in formati come excel, csv o pdf - che permettano di monitorare l’avanzamento dei lavori. Il problema degli open data (dati aperti) sul Pnrr è già stato sollevato da diverse associazioni e realtà riunitesi sotto una campagna chiamata Italia Domani-Dati Oggi. L’assenza di informazioni complete impedisce ai cittadini di sapere a che punto sono i progetti e se, come in questo caso, le risorse non sono abbastanza e quindi se le opere potranno essere completate.

È ovvio che non saranno queste opere a risolvere il problema della siccità. Ma l’impegno per gestire meglio l’acqua ed eliminare gli sprechi oggi è più urgente che mai e va rispettato. Specie poi se i progetti sono stati iniziati, con un prestito che dovrà ripagare chi farà i conti con gli effetti della crisi climatica a lungo termine.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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