Ambiente

L'estate 2022 ha massacrato l'Adamello: raddoppia la perdita stagionale del ghiacciaio

Le temperature elevate hanno sciolto il doppio dello spessore rispetto alla media degli ultimi 15 anni
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GHIACCIAI A RISCHIO
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L'estate 2022 non ha portato temperature superiori alla media solo al livello del mare e la siccità non ha prosciugato soltanto fiumi e laghi. Le condizioni meteorologiche sono state impietose anche per i 900 ghiacciai alpini italiani, dove qualcosa di anomalo è accaduto.

Per l'Adamello, che è il più vasto e il più profondo delle alpi italiane, il 2022 ha provocato una situazione che non si vedeva da secoli: a luglio la neve invernale era già sparita e dopo quest'estate lo spessore del ghiacciaio si è ridotto complessivamente il doppio rispetto alla media degli ultimi 15 anni.

I dati sono stati presentati a un convegno di Fondazione Lombardia per l'Ambiente l'1 dicembre e arrivano dal Servizio Glaciologico Lombardo, l'ente principale che monitora il ghiacciaio dell'Adamello, e da ClimADA, il progetto scientifico che ne sta studiando l'evoluzione climatica, coordinato dalla Fondazione Lombardia per l'Ambiente e sviluppato dall'Università di Milano-Bicocca insieme a Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia. Dal 2007 la media di fusione stagionale dello spessore dell'Adamello è stata di 4,5 metri alla base a 2600 metri di altitudine, di 2,9 metri a 2850 metri e di 70 centimetri a 3100, sul Pian di Neve. Dopo quest'estate, il ghiacciaio si è assottigliato di 7,4 metri a 2600 metri, 5,2 metri a 2850 e 3,5 metri al Pian di Neve. Sommando tutto, si arriva quindi più del doppio rispetto al passato.

  • Il bilancio dello scioglimento dell'Adamello nel 2022 vs media ultimi anni
    Il bilancio dello scioglimento dell'Adamello nel 2022 vs media ultimi anni
  • Il bilancio dello scioglimento dell'Adamello nel 2022 vs media ultimi anni
    Il bilancio dello scioglimento dell'Adamello nel 2022 vs media ultimi anni

«Si tratta di un trend in corso da anni, ma uno scioglimento di questa intensità non ha uguali - spiega Anna Bonettini, biologa per il Parco dell'Adamello e la Comunità Montana della Valle Camonica che collabora a ClimADA -. Perché si formi nuovo ghiaccio, occorre che la neve invernale si mantenga e conservi la superficie. Se invece la neve sparisce, com'è successo quest'estate, il ghiacciaio si scioglie».

Di quanto è diminuito l'Adamello

Per misurare lo scioglimento di un ghiacciaio tendenzialmente i ricercatori utilizzano due metriche: la superficie e lo spessore. Si tratta di indicatori parziali, ha spiegato quest'estate al Giornale di Brescia l'ingegnere ambientale Amerigo Lendvai del Servizio Glaciologico Lombardo, ma attualmente sono quelli che permettono di ottenere più dati.

Va male anche per l'estensione del ghiacciaio. Secondo quando riportato sul sito di Ada270, un primo progetto scientifico di misurazione precedente a ClimADA, alla fine dell'Ottocento la superficie dell'Adamello era superiore ai 30 chilometri quadrati. A fine anni Novanta era già scesa a 17,66 chilometri quadrati e in base all'ultima rilevazione disponibile, effettuata nel 2020, oggi si ferma a meno della metà di allora: 1431 ettari, cioè 14,31 chilometri quadrati.

Le alte temperature e la scarsità di precipitazioni degli scorsi mesi hanno fatto sì inoltre che si formassero piccoli laghi nel ghiacciaio, segno di scioglimento avanzato. La situazione di un ghiacciaio può dirsi infatti in equilibrio se alla fine dell'estate almeno il 54% della sua superficie è ancora coperta dalla neve invernale (questo rapporto è chiamato indice di bilancio di massa). L'Adamello non vede valori positivi da otto anni: l'ultima volta che la neve ha rivestito sufficientemente l'area ghiacciata era il 2014. Se nel 2021 la neve copriva tra il 25 e il 30% del ghiaccio, nel 2022 l'indice di bilancio di massa è stato azzerato prima di fine luglio. Cosa che ha favorito la formazione di laghi a più di tremila metri di altitudine. 

Cosa è successo? Le temperature medie rilevate nei tre mesi estivi a Punta del Venerocolo (3320m) dal Servizio Glaciologico Lombardo e Meteopassione sono state pari a 4,5°, 1,6° in più rispetto all’estate 2021 e con minime superiori allo zero per 44 giorni. Secondo le ricerche per ClimADA coordinate da Roberto Ranzi, professore di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia dell’Università degli Studi di Brescia, è possibile riconoscere un aumento netto delle temperature sul ghiacciaio dell'Adamello nell'ultimo decennio, in linea con l'accelerazione del riscaldamento globale. 

Il «Lago Nuovissimo»

Il Lago Nuovissimo che si è formato alle pendici del ghiacciaio del Mondrone - Foto di Roberto Ranzi
Il Lago Nuovissimo che si è formato alle pendici del ghiacciaio del Mondrone - Foto di Roberto Ranzi

In una fotografia scattata da Ranzi si vedono tre cerchi concentrici alla fronte del ghiacciaio del Mandrone in corrispondenza di tre aree collassate: «Si è formato un lago che potremmo chiamare Lago Nuovissimo per distinguerlo dal Lago Nuovo che si originò a inizio Novecento a valle del rifugio Città di Trento» spiega Ranzi. 

Da un’altra foto del docente del 18 luglio si vede che i ghiacciai minori (chiamati vedrette) che scendono dal Dosson di Genova e dal Passo della Lobbia si sono staccati dal ghiacciaio più grosso verso il Pian di Neve. Questa frammentazione, dice Ranzi, dovrebbe portare i ricercatori a introdurre una nuova toponomastica più rappresentativa delle recenti trasformazioni del ghiacciaio.

Un anno glaciologico disastroso

Il 2022 è stato un anno glaciologico disastroso in generale per tutti i ghiacciai alpini italiani. Lo certifica un rapporto di Legambiente, La carovana dei ghiacciai, realizzato con il Comitato glaciologico italiano. Nel dossier si parla di «un'emorragia glaciale vissuta dall'intero arco alpino», dovuta in gran parte alle eccezionali ondate di calore della scorsa estate e alla progressiva diminuzione dei giorni freddi durante l'anno, con conseguente poca neve. Legambiente cita un numero impressionante di Meteo Suisse, che a fine luglio ha registrato lo zero termico sulle Alpi svizzere a 5.184 metri. 

Queste condizioni hanno aumentato l'instabilità naturale dell'alta montagna, che comprende l'instabilità glaciale, le frane e le colate detritiche ed è considerata una delle evidenze più esplicite delle trasformazioni provocate dai cambiamenti climatici. Nel 2022 ci sono state 57 frane ad alta quota, di cui il 42% in Valle d'Aosta, il 18% in Piemonte, il 16% in Lombardia e il 15% in Trentino Alto Adige. 

Per queste ragioni anche monitorare i ghiacciai sta diventando sempre più difficile. L'Adamello è uno dei più sorvegliati grazie al progetto ClimADA, che ne sta studiando la storia e le condizioni attuali in modo da poter fare previsioni accurate sul suo futuro.

Fra quanto scomparirà l'Adamello

A fronte di questi dati, gli esperti hanno pochi dubbi sul fatto che il ghiacciaio dell'Adamello scomparirà entro fine secolo. Al convegno di Fondazione Lombardia per l'Ambiente Ranzi ha mostrato un video in cui è rappresentata la futura evoluzione del ghiacciaio dell'Adamello fino a fine secolo secondo le previsioni attuali. Si nota una notevole riduzione della sua superficie già nel corso dei prossimi vent'anni.

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Il modello predittivo sul futuro del ghiacciaio dell'Adamello di ClimADA

Anche le simulazioni condotte dal Servizio Glaciologico Lombardo mostrano uno sviluppo irreversibile per cui non rimarrà nulla del ghiacciaio dell'Adamello entro il 2100 nemmeno se dovessero stabilizzarsi le emissioni di Co2, principali responsabili del riscaldamento globale.

C'è un problema di sicurezza

Alla base del ghiacciaio si è formato un nuovo lago - Foto di Emilio Ricci
Alla base del ghiacciaio si è formato un nuovo lago - Foto di Emilio Ricci

Il tremendo crollo della Marmolada in cui a luglio sono morte 11 persone è ben impresso nella memoria dell'opinione pubblica. Meno, però, la consapevolezza che la crisi climatica ha ormai reso pericolose molte zone che tempo fa non lo erano. E quindi tantissime persone continuano a prendersi rischi che non riconoscono come tali.

«Sui ghiacciai si stanno creando laghi sempre più vasti, che sono pericolosissimi. Si vedono però persone sporgersi sulle rive per farsi un selfie e non sanno che un distacco improvviso potrebbe creare un'onda che li trascina in acqua» dice Anna Maria Bonettini, biologa del Parco dell'Adamello che collabora al progetto scientifico ClimADA.

«Si continua a ritenere il seracco in Marmolada un episodio straordinario, ma non è così. Il Pian di Neve dell'Adamello è pieno di crepacci dopo quest'estate - prosegue Bonettini -. Ma tanti si spingono fino a lì curiosi di vedere un'ecosistema in via di estinzione, senza conoscere i rischi». La biologa contesta la trasformazione attuale della montagna in «un grande parco giochi all'aperto, dove tutti arrivano ovunque facilmente»: «È un approccio eticamente sbagliato che comporta problemi di sicurezza - spiega -. Non a caso gli incidenti in montagna stanno aumentando negli ultimi anni. Bisogna introiettare il fatto che la montagna non è per tutti ed è un contesto sempre più difficile a causa della crisi climatica».

Gli studi sugli organismi congelati

Lo scioglimento dei ghiacciai sta aprendo anche una serie di interrogativi riguardo ai microrganismi congelati da migliaia di anni. È un tipo di indagine fondamentale, sempre inerente al cambiamento climatico, perché riguarda organismi evoluti in microsistemi estinti che quindi potrebbero comportarsi in modo imprevedibile se, una volta scongelati dell'incremento delle temperature, avessero conservato la loro capacità infettiva. Dieci giorni fa il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo secondo cui un gruppo di ricerca francese dell'Università di Aix-Marseille avrebbe riportato in vita in laboratorio diversi virus rimasti sepolti per migliaia di anni nel permafrost siberiano. Tra questi un virus proveniente da un campione risalente a 48.500 anni fa

«Questo ci fa capire che la crisi climatica non è una questione solo di siccità ed eventi climatici estremi - dice Bonettini -. Potrebbe riportare alla luce microrganismi ai quali non siamo abituati a rapportarci». Per questo è importante studiarli, ed è quello che intende fare anche il Servizio Glaciologico Lombardo con il ghiacciaio dell'Adamello. In questi anni la ricerca si è focalizzata su elementi di fisica, come il bilancio e la massa, ma Bonettini anticipa che nei prossimi anni c'è l'idea di portare avanti una ricerca scientifica «più rivolta ad aspetti biologici ed ecosistemici per scoprire quali sono gli organismi conservati sull'Adamello e come potrebbero reagire una volta scongelati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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