Valcamonica

Adamello, la morte di un ghiacciaio: come si ascolta il canto del cigno

Lo spegnimento dei «giganti bianchi» non avviene affatto in modo silenzioso. La lezione del sound artist Sergio Maggioni
Nel crepaccio: il momento in cui viene calato un registratore - © www.giornaledibrescia.it
Nel crepaccio: il momento in cui viene calato un registratore - © www.giornaledibrescia.it
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Se si appoggiasse l’orecchio a una fessura del ghiacciaio si potrebbe ascoltare il suo canto del cigno. La morte dei «giganti bianchi» non avviene affatto in modo silenzioso, come si potrebbe pensare, bensì con una potenza sonora impressionante. Il sound artist camuno Sergio Maggioni intende dare a tutti la possibilità di ascoltare la «voce» dell’Adamello, nella speranza di trasmettere quel senso di urgenza che dovrebbe spronare a fare qualcosa per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici.

«Il progetto è artistico e scientifico al tempo stesso: si chiama "Un suono in estinzione" e ha come obiettivo quello di monitorare i fenomeni acustici che avvengono sui ghiacciai alpini. Stiamo usando registratori bioacustici in funzione ventiquattro ore su ventiquattro per periodi di diverse settimane».

L’estate scorsa sono state effettuate le prime spedizioni pilota, «quest’anno stiamo ripetendo l’azione di monitoraggio in collaborazione con l’Università di Brescia e l’Università di Pavia e con il contributo della Comunità Montana di Valle Camonica». I suoni acquisiti servono a elaborare poi la parte divulgativa attraverso installazioni artistiche. Quest’anno in particolare i suoni raccolti saranno utilizzati per una grande installazione prima in Austria, nell’ambito di «Ars Electronica», e poi, dal 17 settembre, al Musil di Cedegolo.

Già ora però è possibile ascoltare il grido di dolore dell’Adamello sul sito www.unsuonoinestinzione.eu, che peraltro nei prossimi giorni sarà rinnovato e arricchito di materiale. I registratori acustici ad alta risoluzione sono stati posizionati in quattro punti del ghiacciaio: uno sulla fronte del ghiacciaio dal lato del Mandrone, vicino a una cascata, il cui flusso viene così monitorato giorno e notte; gli altri nel ventre dei crepacci, dove i dispositivi sono isolati da agenti esterni come il vento.

Nell’arco di 8mila ore di registrazioni sono state classificate due tipologie di fenomeni correlati alla metamorfosi del ghiacciaio: «Innanzitutto c’è il suono continuo dell’acqua di fusione superficiale e subglaciale (ossia dei torrenti che si creano all’esterno e all’interno). Ma poi abbiamo registrato anche fenomeni improvvisi come i movimenti strutturali del ghiacciaio o quelle reazioni che si creano, specie nelle ore notturne, tra acqua, ghiaccio e aria. Se le cascate che fuoriescono senza tregua in caduta dai ghiacciai sono una emorragia, i collassi strutturali sono delle fratture, e il rumore che si genera ne è il lamento. Uno di questi suoni è stato selezionato tra i quattro migliori nel 2021 da parte di Bbc Radio».

I dati sonori raccolti, conclude Maggioni, «oltre a essere testimonianze utili per le future generazioni hanno un valore scientifico autonomo: sono informazioni difficilmente reperibili con strumentazione più tradizionale e permettono di verificare le ipotesi e i parametri dei modelli matematici che prevedono l’evoluzione dei ghiacciai, contribuendo allo sviluppo di nuove metodologie di tutela e salvaguardia degli habitat in pericolo».

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