Cosa pensano i politici bresciani del nuovo piano sociosanitario regionale

Per i consiglieri regionali Claudia Carzeri (Forza Italia) e Diego Invernici (Fratelli d’Italia) il piano sociosanitario approvato dopo «un vasto e serrato confronto - precisa lui - con gli operatori del settore e il tessuto associativo del terzo settore» è un documento strategico di grande valore. Per un’altra bresciana presente in Consiglio, Miriam Cominelli del Pd, è invece «un’occasione persa». E per Massimo Vizzardi di Azione è carente in quanto a «valorizzazione del personale sanitario e potenziamento della medicina territoriale».
La maggioranza
Carzeri, in Commissione Sanità, ha fatto inserire nel piano «integrazioni sulla prevenzione e sullo screening per le donne straniere, sull’inserimento di nuovi software sanitari per i medici di medicina generale, sul coinvolgimento delle famiglie per arginare l’utilizzo degli smartphone e dei videogame, sulla sanità mentale e sul disagio giovanile».
In Consiglio «miei sono gli emendamenti su housing sociale e prezzi convenzionati per il personale sanitario soprattutto nelle aree turistiche e montane. E sull’alert nelle cartelle cliniche dei pazienti che abbiano dato il consenso alla donazione degli organi».

Invernici ha presentato un emendamento che riguarda i pazienti con disturbi mentali: «La terapia riabilitativa diventa un elemento che collega le istituzioni, la famiglia e la comunità locale, attraverso progetti sperimentali come quello della Asst Franciacorta da noi finanziato: sono stati dismessi 14 pazienti con una riduzione di 5.322 ore di degenza e un risparmio di 950.000 euro, economie utilizzate per permettere a 41 pazienti di avere cure a domicilio».
Cosa pensa l’opposizione
Dall’opposizione Vizzardi dice di aver chiesto alla Giunta di sollecitare il Governo affinché si impegni in modo tale che il salario medio del personale sanitario possa aumentare, così come possano crescere gli strumenti di welfare. In merito al potenziamento della medicina territoriale «ho proposto un aumento delle risorse destinate all’assunzione di personale di studio, sia amministrativo sia infermieristico. Per quanto riguarda le Rsa, ho proposto di consentire ai medici interni di effettuare prescrizioni mediche senza l’obbligo di coinvolgere il medico di base».
Critica è anche la consigliera di minoranza Cominelli: «Non sono stati individuati con chiarezza gli obiettivi quantificabili. Manca un modello organizzativo della Lombardia. Anche la questione del rapporto tra pubblico e privato che da tempo aspetta una vera regolamentazione manca ancora all’appello. Da un piano con l’ambizione di tracciare la via ci saremmo aspettati più obiettivi concreti e azioni conseguenti. Così non si mette in discussione il sistema, ma lo si perpetua, con le sue storture».
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