Assessora Tiboni: «Nel nuovo Pgt rigenerazione, servizi e mobilità»

Michela Tiboni, assessora alla Pianificazione urbanistica del Comune di Brescia, parla del Piano di governo del territorio: l’intervista
L’assessora all’Urbanistica Michela Tiboni - © www.giornaledibrescia.it
L’assessora all’Urbanistica Michela Tiboni - © www.giornaledibrescia.it
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La sensibilità ai temi ambientali è sempre più diffusa e la tutela ambientale è nell’agenda di tutti gli amministratori pubblici. Eppure i dati ci parlano di altro. L’ultimo rapporto Ispra (di cui abbiamo ampiamente parlato sul giornale di ieri) ci racconta che il consumo di suolo è un mostro che nel 2023 si è divorato 195 campi da calcio. Ben 137 ettari di terreni agricoli sacrificati per capannoni, strade e cantieri. E nel 2022 non era andata meglio, la cementificazione si era infatti mangiata 131 ettari.

Il dato del 2023 vale alla nostra provincia la maglia nera in Lombardia: siamo sul podio (non certo entusiasmante) prima di Milano e Bergamo. Ancora, Brescia città è al secondo posto (dopo il capoluogo meneghino) con 9,7 ettari di suolo consumato. Proprio dal consumo di suolo partiamo per questa conversazione con Michela Tiboni, assessora alla Rigenerazione urbana per lo sviluppo sostenibile e alla pianificazione urbanistica del Comune di Brescia. Il Piano di governo del territorio è l’evoluzione dei vecchi piani regolatori. Nel tempo è cambiata la filosofia che portava alla loro compilazione, negli anni Settanta la parola d’ordine era edificare, con la trasformazione di tante aree agricole, appunto, in residenziali o commerciali. Da qualche decennio c’è un’inversione di tendenza.

Qual è la filosofia di fondo del futuro Pgt di Brescia?

Il vigente Pgt di Brescia è entrato in vigore 8 anni fa e, per la nostra città, è stato quello il momento di svolta in tema di consumo di suolo. È stato il nostro Pgt che ha segnato l’inversione rispetto a tutti i piani del passato, tutti improntati sulla logica dell’espansione urbana, sull’erosione di aree agricole per assecondare l’edificazione residenziale o commerciale.

Una decisione che stata gradita da tutti.

Il Pgt 2016 ha fatto della salvaguardia delle aree libere una scelta forte che, ricordo, abbiamo difeso fino alla Corte costituzionale, che ci ha dato ragione, riconoscendo il ruolo del Comune nello scegliere in autonomia come pianificare il proprio territorio.

Una veduta di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una veduta di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it

L’attualità parla di recupero di aree dismesse.

Contenere il consumo di suolo è fondamentale per favorire il recupero delle aree dismesse e del patrimonio edilizio che ha bisogno di essere rigenerato. E questi due principi, che sono facce di una stessa medaglia, continueranno ad essere pilastri fondanti del futuro Pgt. Analogamente continueremo a pianificare nell’ottica di rafforzare il ruolo di Brescia come importante polo di servizi su cui gravita un territorio vasto, anche grazie alla rete di trasporti che il Piano Urbano della mobilità sostenibile ha tratteggiato e che ora si stanno traducendo in progetti e opere. Non sono forse ancora attuali questi obiettivi?

Quali scelte ritenete indispensabili? Quali i punti cardine?

Io credo che nel costruire un nuovo piano, che poggia sulle solide fondamenta che prima richiamavo e che abbiamo messo alla base dell’urbanistica in questo ultimo decennio, si debba lavorare con convinzione sul rafforzamento delle tante centralità di Brescia. L’idea della città dei 15 minuti è già in essere nei quartieri che la costituiscono, ma deve necessariamente essere rafforzata con un sistema di servizi, adeguatamente accessibili e che rispondano ai bisogni di una popolazione che cambia e, soprattutto, invecchia. Non dimentichiamo però che c’è un altro obiettivo che ha sempre avuto una grande attenzione nel nostro Pgt: l’attenzione ai luoghi del lavoro. Un lavoro che pure è stato interessato da profondi mutamenti e innovazioni che la pianificazione urbanistica non può ignorare.

Il nuovo Teatro Borsoni all'ex Ideal Standard - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il nuovo Teatro Borsoni all'ex Ideal Standard - Foto © www.giornaledibrescia.it

Il Pgt vigente è molto datato, come lo si è aggiornato nel tempo?

Se guardiamo ai tempi necessari per dare attuazione alle previsioni urbanistiche, io non credo proprio che il nostro Pgt sia datato. E comunque non sono superati i principi fondanti su cui è stato costruito.

Negli anni cambiano anche le esigenze della città in senso lato.

Io credo che sia giusto affrontare i punti di debolezza che ha dimostrato di avere in questi anni in cui ne abbiamo accompagnato l’attuazione. Le norme hanno bisogno di essere riviste. In questi anni ci siamo visti costretti a lavorare su piani attuativi in variante, spesso per far fronte ad una eccessiva rigidità del piano. Se avessimo uno strumento generale solo un po’ più flessibile, forse potrebbe essere meno lenta la messa a terra dei progetti meritevoli.

Come giudica lo stato dell’arte del Capoluogo?

La città è estremamente dinamica, a dimostrazione che negli anni è diventato interessante guardare a Brescia per intervenire anche per i privati. Sicuramente a ciò ha contribuito il grande lavoro che abbiamo fatto con la rigenerazione di spazi pubblici e servizi. Nei processi di rigenerazione è fondamentale che pubblico e privato facciano ciascuno la propria parte.

Com'era l'area della Ideal Standard
Com'era l'area della Ideal Standard

Il Pgt disegna una città, o un paese, per un periodo di tempo molto lungo. A che punto è il percorso, quali i tempi che ipotizzate?

La priorità oggi è quella di costruire con la città, con tutti coloro che vorranno dare il proprio contributo, l’Agenda Brescia 2050, che conterrà la visione strategica che pure sarà alla base del nuovo Pgt. A breve daremo avvio anche all’iter formale di revisione del Pgt. L’obiettivo è di portarlo a termine entro la metà del 2026.

Fondamentale sarà anche la squadra che metterete in campo.

Solo dopo aver dato avvio all’iter formale decideremo con quale squadra realizzarlo; una squadra che avrà la sua centralità nel nostro ufficio di piano. E proprio perché stiamo guardando alla città del futuro, sarà importante che siano soprattutto i giovani a lavorare per la città in cui vorranno vivere e lavorare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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