L’urbanistica a Brescia: visione e coraggio per il futuro della città

Antonio Rubagotti
«Chiarito come la sostenibilità ambientale sia un presupposto e non un obiettivo, mi chiedo quale sia il vero obiettivo, rectius la visione, della nostra Amministrazione»
Una veduta di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una veduta di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il governo della nostra città parrebbe, indubbiamente lo è stato negli ultimi anni, efficiente; ma non efficace. Efficiente colui che utilizza al meglio le risorse a disposizione, efficace chi raggiunge degli obiettivi.

Non mi convince la «narrazione», termine che prometto non userò più, in corso. Una città europea, una green city e quanto altro. La ripetizione ossessiva del mantra costituito da termini abusati e svuotati, nel loro utilizzo superficiale e ripetitivo, quali «resilienza», «transizione ecologica», «stop al consumo di suolo», «rigenerazione», «metabolismo urbano», «città densa e molle», ecc., suona come un disco rotto. Francamente.

Utile, come è utile un mantra dedito al convincimento, per il tritacarne del politicamente corretto che non ammette pensieri laterali considerati volgari bestemmie. Inutile quando, onestà intellettuale imporrebbe, si prende atto che altro non sono che presupposti normativamente consolidati e, mi sia concesso, patrimonio culturale ed etico di ognuno di noi.

Qualche stolto esiste, lo si sa; ma sempre ne sono esistiti e sempre ne esisteranno. Si vada oltre. Per andarci, oltre, serve discutere dapprima di quali siano le potenzialità della nostra città; indi avanzare proposte. Politiche. Perché la politica, affermazione tanto banale quanto disattesa nella marmellata delle vuote discussioni, prefigura prima di governare. L’efficienza altro non è che lo strumento per essere efficaci. Continuo a non cogliere una visione reale ma solo veli diafani che suggestionano e ingannano. Il coraggio viene a mancare e si narrano novelle avvincenti troppo spesso intrise di ipocrisia e superficialità.

Chiarito come la sostenibilità ambientale sia un presupposto e non un obiettivo, mi chiedo quale sia il vero obiettivo, rectius la visione, della nostra Amministrazione. Alcune azioni sono chiare, decise, persino coraggiose; pertanto da me apprezzate a prescindere dai punti di vista. Le scelte sulla mobilità pubblica e dolce, sul parco di cintura. Visioni di cui si dovrebbe discutere aprendosi al massimo confronto. Ma visioni restano. L’urbanistica è tuttavia disciplina di indirizzo prima che di sintesi. E manca. È mancata. Parrebbe continui a mancare.

Tracciato il solco, condividendo la necessità di essere efficaci, con l’impegno di dotarsi di obiettivi (la visione) e armamenti (il coraggio), si può discutere dei temi. Che sono tanti e complessi:

  • la regia del nuovo Pgt, sancendo il non negoziabile principio della separazione tra controllato e controllore e la reale partecipazione della città tutta alle decisioni;
  • la dotazione di servizi, soprattutto in tema di trasporto pubblico urbano, paradossalmente sovradimensionata che impone una riflessione sul bacino di utenza e sulla dimensione abitativa;
  • uno sguardo oltre gli effimeri confini amministrativi ragionando sulla potenzialità che la nostra città deve avere in un contesto ben più ampio della propria cintura urbana;
  • l’abbandonare un’attitudine ove i meccanismi che governano la trasformazione della città rendono ogni progetto non un’occasione ma una via crucis.

Io, non fosse che per smuovere il torpore, chiudo gli occhi e sussurro: che il nuovo Pgt prefiguri una città da 300.000 abitanti (Brescia 300k); una città ove i servizi siano degnamente sfruttati, ove si curino le ferite delle immense aree dismesse e si incentivino occasioni di progetto. Una Brescia orgogliosa che sia consapevole delle proprie straordinarie potenzialità, ove si abbia finalmente il coraggio di essere promotori e protagonisti di una identitaria città metropolitana nel contesto della megalopoli alto padana.

Un sussurro il mio. Ma che ve ne siano molti e che se ne parli. Il più possibile. Il confronto leale e costruttivo con la città, quale organismo complesso, è forse la cosa che più ci è mancata.

Antonio Rubagotti – Architetto urbanista

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