Da A2A alla Loggia dividendi per oltre 78,3 milioni

Per trovarne uno più «extralarge» di così bisogna sfogliare il calendario al contrario, fino ad arrivare al 2011, quando però la Loggia deteneva il 27,4% del capitale sociale della multiutility (dal 2013, esattamente come il Comune di Milano, dispone invece del 25% e una azione), quota che fruttò a Brescia 82,5 milioni di euro. Ma di fatto, quest’anno, il risultato ha superato tanto le previsioni della società quanto quelle degli azionisti: A2A staccherà alla Loggia una cedola di oltre 78,3 milioni (78.322.632 per la precisione). Nel piano industriale, infatti, la multiutility prevedeva una crescita annua almeno del 4%, un valore non solo rispettato ma anche superato, fino a toccare il 4,4%.
Come sempre accade da qualche anno a questa parte, quando scocca il tempo dei dividendi di A2A, scocca anche il gong del dibattito politico sulla gestione (parziale) di questi fondi. Ma se la disputa è ormai un must degno del titolo di «tormentone», quest’anno una novità c’è: a debuttare è infatti l’inedito asse tra Pd e Lega.
La strana alleanza
Per capire meglio di cosa si parla, c’è bisogno di un «bigino». Sul finire dell’anno scorso, nella sede della Pallata, i dem del capoluogo (per voce dei due «Roberto»: il segretario cittadino Cammarata e il capogruppo Omodei) hanno messo sul tavolo della Giunta una proposta: destinare il surplus delle risorse erogate dalla Life company alla Loggia a una serie di investimenti pubblici sulla città («si apra una nuova stagione delle politiche di bilancio» sono le parole scelte). A partire da due filoni chiave: la casa (così da rispondere alla fame di appartamenti) e lo sport (per avviare una grande stagione di ristrutturazione del patrimonio esistente).
Un’idea che è rimasta avvolta dal silenzio di maggioranza, ma che è piaciuta alla Lega, al punto da rilanciarla: «Mi aspetto di vedere nel bilancio la destinazione di parte dei dividendi a investimenti, cominciando con un piano casa di almeno 10 milioni per dare ai bresciani le opportunità abitative che mancano. Solo una intelligente e innovativa politica pubblica che si occupi anche di rendere accessibile il grande patrimonio abitativo privato oggi sfitto può avere la funzione di calmierare il mercato, avvicinando domanda e offerta» scrive infatti Fabio Rolfi, appoggiando così la proposta dem e inaugurando un «nuovo fronte» in Aula. La Lega ha così di fatto messo per un attimo da parte il leitmotiv degli ultimi due anni, anche per mettere alla prova la maggioranza su questo dossier: «Visto che gli appelli ad abbassare le bollette cadono sempre nel vuoto – spiega il presidente della Commissione bilancio – almeno usiamo queste risorse per una grande emergenza».
Equilibri contabili
Se il dibattito è solo all’inizio, resta il fatto che questi 78,3 milioni di euro sono una notizia più che confortante per il Comune azionista. Specie dopo aver dovuto incassare il colpo dei tagli statali legati (anche) all’ultima Finanziaria romana. Giusto per ricordarlo: il capoluogo, da qui al 2029, dovrà contare su 9.170.996 euro in meno. E, a conti fatti, per quel che riguarda la gestione generale dei servizi, i dividendi di A2A sono ad oggi un tesoretto indispensabile per mantenere lo standard attuale. Tanto è vero che non hanno una destinazione «monolitica», ma servono a dare ossigeno a diversi capitoli di spesa, buona parte legati appunto ai servizi ai cittadini: dagli asili nido al trasporto pubblico (va ricordato, ad esempio, che la Loggia eroga ogni anno 8 milioni di euro all’Agenzia Tpl).

A sottolinearlo è anche la sindaca Laura Castelletti, che ricorda come i 78,3 milioni di euro rappresentino «una cifra che si concretizza nella possibilità di offrire ai nostri cittadini servizi sempre più di qualità, dalla scuola al sociale, dalla mobilità alla tutela dell’ambiente, questo nonostante i tagli e i minori trasferimenti che arrivano dallo Stato e dalla Regione. I dividendi ci consentono di tenere in protezione la città in termini di servizi per gli anziani, per le famiglie, per chi è fragile» rimarca.
Quindi, il raffronto con l’anno nero: il 2012, quando il conto dei dividendi si era fermato a 12 milioni. «Questo confronto racconta meglio di ogni parola la crescita di A2A e il ruolo centrale che Brescia ha saputo giocare, grazie a una strategia condivisa. Oggi la nostra città è protagonista a livello nazionale ed europeo sui temi della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’innovazione. Questo risultato ci rende orgogliosi e ci stimola a proseguire con determinazione sulla strada della transizione ecologica, con A2A al nostro fianco come partner solido e affidabile per lo sviluppo del territorio e il benessere della comunità» conclude Castelletti.
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