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Pulci dei ghiacciai, cosa sono e perché sono così importanti

Ruggero Bontempi
Sono invertebrati, il loro nome corretto è «collemboli» e si trovano ovunque poiché hanno la capacità di adattarsi a vivere in condizioni ambientali estreme
Campionamento sul ghiacciaio dei Forni
Campionamento sul ghiacciaio dei Forni
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Sono numerosi, fino a diverse migliaia in un metro quadrato di terreno, e il loro contributo è fondamentale per garantire l’equilibrio degli ecosistemi terrestri e la formazione dell’humus.

I collemboli sono invertebrati terrestri di piccole dimensioni parenti degli insetti. Hanno una lunghezza media di un millimetro e mezzo, sono privi di ali ma dotati di una furca, una particolare appendice addominale bifida che li rende capaci di effettuare acrobazie controllate, e salti lunghi fino a trecento volte le loro dimensioni corporee.

Si trovano ovunque poiché hanno la capacità di adattarsi a vivere in condizioni ambientali estreme e molto diverse tra loro, e si nutrono in prevalenza di microrganismi, detrito organico, funghi e alghe.

Tra ghiacciai e biodiversità

Le specie di collemboli che vivono esclusivamente a diretto contatto con un ghiacciaio, dove nessun altro animale terrestre è presente in maniera continuativa a causa delle condizioni fredde e inospitali, vengono chiamate «pulci dei ghiacciai» (anche se non si tratta di pulci vere e proprie) e appartengono alla classe degli esapodi.

Queste affascinanti componenti della biodiversità degli ambienti di alta montagna, che spesso sfuggono anche allo sguardo degli escursionisti e degli alpinisti che li frequentano, sono al centro di un progetto di ricerca chiamato «CollembolICE». Collaborano alle attività numerosi partner italiani e internazionali, e tra gli enti patrocinatori figurano anche il Parco dell’Adamello, che ha organizzato nelle scorse settimane a Vezza d’Oglio una serata a tema, e il Servizio Glaciologico Lombardo.

Studi recenti pubblicati su alcune riviste scientifiche hanno rivelato la straordinaria ricchezza di biodiversità che caratterizza i ghiacciai, con valori sorprendenti rispetto alle conoscenze acquisite solo pochi anni fa.

Otto nuove specie

Delle 11 specie di collemboli identificate nel corso dei monitoraggi ben 8 sono risultate sconosciute, e subito classificate come minacciate a causa degli effetti del riscaldamento globale e dalla riduzione delle superfici glaciali.

La funzione ecologica di questi organismi sui ghiacciai è di grande rilievo, dato che si nutrono di polline, alghe e batteri e favoriscono il ciclo dei nutrienti. La loro intensa pigmentazione scura li aiuta a proteggersi dai dannosi raggi ultravioletti, mentre la capacità di sopravvivere a temperature molto basse li configura come significativi indicatori dei cambiamenti climatici in corso.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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