Stefano Delbarba è il primo italiano a conquistare il triplo Everesting

Daniele Piacentini
Partito mercoledì, «l’alieno» della Franciacorta ha concluso ieri le 52 salite alla Corna Trentapassi: l’obiettivo era anche finanziare la ricerca
Delbarba in cima alla Trentapassi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Delbarba in cima alla Trentapassi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Stefano Delbarba ce l’ha fatta. «L’alieno» della Franciacorta, il 51enne carpentiere di Adro e grande appassionato di corse estreme al limite delle capacità umane, è riuscito a scalare tre volte l’Everest senza lasciare la nostra provincia. In cinque giorni, ossia tra mercoledì e ieri, ha effettuato 52 scalate della Corna Trentapassi, la vetta posta tra il lago d’Iseo e la bassa Valle Camonica.

L’impresa

Già nell’aprile 2023, sugli stessi saliscendi, aveva conquistato «un solo» Everest, percorrendo per 17 volte il sentiero che da località Cusato conduce in cima alla Trentapassi.

Due anni – e svariate imprese disseminate tra Sicilia, Alpi e dintorni, sempre a base di centinaia di chilometri di corsa in montagna – dopo, Delbarba ha deciso di fare tripletta, sostenuto da un folto gruppo di familiari e amici che lo hanno atteso a ogni passaggio dal campo base, fino all’arrivo.

Soddisfazione

Subito dopo avere tagliato il traguardo, Delbarba non ha nascosto il proprio stato d’animo, un mix inestricabile di stanchezza, soddisfazione ed emozione: «Ce l’ho fatta, sono finalmente arrivato – ha detto –! Per la prima volta nella storia, almeno in Italia, un atleta è riuscito a conquistare il triplo Everesting».

Non una passeggiata: la sfida prevede che un corridore debba accumulare un dislivello di 8.848 metri, l’altezza del Monte Everest, attraverso ripetute salite e discese su un unico percorso. E qui è moltiplicata per tre.

I numeri, quindi, solo a metterli in fila, fanno venire le vertigini: 292 km di corsa no stop, per un dislivello totale di 27 chilometri. Metro più, metro meno, come scalare tre volte di fila il Monte Everest, la vetta più elevata del globo.

Le difficoltà

Analizzando i giorni trascorsi su e giù dalla Corna Trentapassi, il 51enne di Adro non nasconde le difficoltà: «È stata una vera e propria avventura, forse anche un azzardo, visto che nessuno l’aveva mai fatto prima in Italia. A spingermi avanti è stata la motivazione. La testa, come sempre, batte tutte le difficoltà anche se a dir la verità non fosse stato per il mio fisioterapista, Paolo Mazza, non so come sarebbe andata. Aver curato ogni singolo dettaglio della preparazione ha fatto la differenza».

Sulle sfide affrontate correndo notte e giorno Delbarba confessa che «la cosa più complicata è stata decisamente gestire il sonno, visto che non sono riuscito a dormire, e l’alimentazione. Non sono stato in grado, infatti, di deglutire cibo solido: sono andato avanti a yogurt e minestra. Per il resto, la passione batte la fatica e il risultato finale è stato grandioso, sia per me che per le associazioni benefiche a cui era abbinato questo triplo Everesting».

Salita solidale

La sfida di Delbarba, come altre del suo recente passato, aveva infatti un’importante finalità solidale: raccogliere fondi per le associazioni franciacortine «Angeli per la vita» e «Cistinosi», che sostengono la ricerca scientifica per trovare una cura a malattie metaboliche molto rare che colpiscono in particolare i più piccoli. Tra sponsor, partnership e donazioni private, durante le salite e le discese di Delbarba sono stati raccolti circa 5mila euro.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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