Da soli in montagna, i consigli per escursioni in sicurezza

La premessa è che sarebbe meglio non avventurarsi da soli in escursioni in quota. «Di base, si sconsiglia sempre di andare in montagna in solitaria» puntualizza Luca Ruggeri, delegato del Soccorso alpino del V bresciano.
In particolare, è raccomandato non muoversi da soli quando le condizioni meteo sono (o si preannunciano) avverse ed è bene evitare percorsi particolarmente impegnativi, come possono essere per esempio le risalite delle creste o alcuni sentieri molto esposti.
Se però, come spesso capita, al richiamo delle cime è difficile resistere, è meglio muoversi con tutte le precauzioni del caso. Cinque i consigli principali:
- Pianifica ogni dettaglio dell'escursione
- Comunica il tuo itinerario
- Metti l'attrezzatura giusta nello zaino
- Sfrutta la tecnologia, come l'app GeoResQ
- Attenzione alle condizioni meteo
Prima di partire
Fondamentale, spiega Ruggeri, «è pianificare l’escursione nei minimi dettagli. La prima cosa da fare è scegliere un percorso che sia adeguato alla propria preparazione». In base al proprio livello di allenamento e di resistenza, dunque, è importante capire dove ci si può spingere.
L’itinerario va poi comunicato con precisione a parenti o amici, che devono quindi essere messi al corrente del luogo in cui ci si muoverà: «Una volta partiti è bene attenersi al percorso in maniera scrupolosa, senza togliersi dagli itinerari più battuti». Una precisazione a cui Ruggeri tiene particolarmente, perché «affrontare percorsi su cui è più facile trovare escursionisti ci mette in sicurezza: in caso di caduta, ma anche di malore, è più probabile incontrare qualcuno che possa dare l'allarme».

Sempre nello zaino
C’è poi il capitolo attrezzatura, che vale però per tutti gli escursionisti, non solo per chi si muove in solitaria. Sembra scontato, ma purtroppo non sempre lo è: essere ben equipaggiati, soprattutto in montagna, può fare la differenza. «Il cambio delle condizioni meteo in quota può essere repentino – spiega Ruggeri –, quindi è bene avere sempre un piumino nello zaino. In caso di infortunio in zone impervie, per esempio, può capitare che i soccorritori via terra impieghino molto tempo per arrivare: essere coperti ed evitare così situazioni di ipotermia può fare davvero la differenza». L’equipaggiamento termico deve quindi essere adeguato all’ambiente, non alla stagione.
Inoltre, nello zaino bisogna sempre avere una buona scorta di acqua e di cibo, per affrontare ogni evenienza, come un imprevisto che potrebbe ritardare il rientro alla base.
Tecnologia
C'è poi tutto il capitolo della strumentazione tecnologica. «I dispositivi che consentono di lanciare l’allarme in caso di emergenza o di essere rintracciati nel corso delle ricerche esistono – dice Ruggeri –, ma si tratta di strumenti molto costosi e molto complessi che non sono insomma alla portata di tutti. Ci sono smartwatch che arrivano a costare anche alcune centinaia di euro e che poi, per funzionare, hanno bisogno della sottoscrizione di un abbonamento».
Senza dimenticare che, fatta eccezione per i dispositivi con connessione satellitare, bisogna fare i conti con l'assenza di copertura telefonica in buona parte delle zone montane bresciane.
Un buon compromesso è l’utilizza dell'app del Cai GeoResQ, che si può installare gratuitamente sul proprio smartphone e che consente di essere geolocalizzati e di lanciare l’allarme in caso di emergenza. Ma, anche in questo caso, solo se c’è campo. «Resta comunque uno strumento importante – conclude Ruggeri –, perché sapere da dove è partito un escursionista e quale direzione ha preso ci permette di restringere notevolmente il campo delle ricerche».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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