Quando l’incontro con un gatto ti cambia l’esistenza

Tiziana ha trascorso larga parte della propria vita considerando gli animali domestici come altri danno peso alle frange per le tende: carine, ma niente che si vorrebbe in casa. Poi un giorno succede che un’amica la chiama. La signora gestisce un campeggio ed è al culmine della stagione turistica, ha poco tempo e c’è un gatto giovane e dall’aspetto malandato che non riesce ad allontanare. Tiziana sulle prime non capisce come essere utile, ma l’amica la prega: che venga ad aiutarla.
Lei parte e recupera il micio con una certa fatica: ha fame, ma non si lascia avvicinare. Appena riesce ad acciuffarlo, pensa di portarlo al campo di un signore che da tutti è chiamato Cirillo e che ha una specie di colonia felina e la reputazione di essere uno che prende le bestie sotto la propria ala protettrice e trattarle bene. Sarà che è estate e Tiziana è in ferie, sarà che il piccolo rodeo per prendere il gattino le ha dato una prospettiva differente: ha toccato con mano tutta la sua fragilità e il suo coraggio, tutta la sua voglia di vivere davanti alla fragilità della sua vita minuscola, tutta la sua fame e l’enorme indifferenza con cui lo ricambiavano gli umani, tutto il ribrezzo che suscitava davanti alla sua vulnerabile tenacia.
Insomma, la dimensione animale all’epoca dell’antropizzazione massima. Tiziana pensa di aver capito che da quell’incontro può nascere un progetto. Trent’anni dopo, il terreno di Cirillo è un gattile che si chiama Aristogatti e che ospita circa centocinquanta gatti. Un autentico villaggio per gatti vecchi, giovani, acciaccati, scappati, randagi per spirito o per sorte. Nel marzo di quest’anno i gatti ospiti erano centosettanta circa. Il giorno quattordici l’ondata di maltempo si abbatte sulla zona e il gattile si allaga.
L’acqua aggira i ripari e si gonfia a vista d’occhio. Tiziana chiama le volontarie che collaborano con lei e quelle che riescono la raggiungono, ma la repentinità e la violenza della bomba d’acqua sembra inaffrontabile. Più leste che possono, infilano i gatti nei trasportini, ma quanto più il fango mugghia e tanto più difficile diventa avvicinare i mici. Li sistemano più in alto che possono e cominciano a caricarli nei bagagliai delle auto, che sembrano ridicolmente piccoli per l’impresa e con le raffiche di pioggia che trasformano l’impresa in una frenesia trasognata. E poi succede l’inatteso. Gli abitanti dei paraggi arrivano ad aiutare.
Non si erano mai visti prima, ma sono apparsi nel momento del bisogno. Hanno preso gatti in stallo nelle proprie case e hanno fatto rete per trovare amici e conoscenti disponibili a fare lo stesso. Una raffica fulminea di chiamate mentre il cielo e i fulmini veri facevano la loro parte. Non un solo gatto è annegato. Anzi, venti hanno trovato una nuova casa. La stessa catena di solidarietà si è attivata per il ripristino del gattile, che ha riaperto da pochi giorni.
Tiziana ha gli occhi chiarissimi, la voce roca della forte fumatrice e l’andatura cauta di chi ha appena messo a nuovo un ginocchio. Se ne sta seduta su una sedia di plastica bianca e offre biscotti a chi passa dal suo gattile. State pensando che sono solo gatti? Ognuno sceglie la propria causa. Voi, per la vostra, fate altrettanto?
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