Tesori da perdere, tesori da trovare
Da piccola Oriana aveva una scatola del tesoro. Era una vecchia confezione per i biscotti al burro che all’inizio aveva adoperato per metterci le carte da gioco prese dal mazzo con cui giocavano i nonni: si era fatta regalare quelle piene di numerini per il calcolo del punteggio di alcuni giochi. Era convinta si trattasse di un messaggio criptato.
Prese poi l’abitudine di conservare lì alcune cose molto preziose nei suoi parametri: una fototessera del papà da giovane, una spilla da balia con le perline infilate sopra, un frammento di vetro smussato dal mare, un sassolino con piccole screziature scintillanti, un bottone trovato nella tasca di un cappotto appeso all’attaccapanni. Avete presente, no? Quelle scatole che ha avuto chiunque sia stato bambino fino agli anni Ottanta.
Un giorno, la svolta: per terra, lungo la strada, Oriana trova un oggetto che le sembra di straordinario valore: una moneta mai vista prima. Ci fantastica sopra a lungo prima di scoprire che è il gettone di una sala giochi. Quell’emozione però la gratifica. Anzi, la galvanizza proprio. Diventa una setacciatrice di angoli e il suo gruzzolo immaginario si arricchisce di tessere telefoniche che raffigurano opere d’arte, spille con scritte le più varie e molto altro. La gente, si sa, lascia in giro di tutto.
Poi accade che Oriana perda la pietra incastonata in uno dei suoi anelli preferiti. È una pietra dura montata su un anello di buona bigiotteria, non un danno economico ma di quelli capaci di mandare di traverso una giornata. Oriana però si afferra a un pensiero: lo stupore che si dipingerà negli occhi del bambino che la troverà a terra, forse sotto la pensilina dove ha aspettato il bus e dove il sole colpirà l’opale per fargli emettere il baluginio che lo consegnerà alle mani del nuovo proprietario. A Oriana vien da sorridere solo a pensarci.
Mette radici un’idea: disseminare souvenir. Uno ogni tanto, niente di che: un temperamatite di metallo, una gomma per cancellare profumata, una sorpresa da ovetto di cioccolato, la tessera di un puzzle, una monetina da un centesimo ben lucidata. Oriana è consapevole che i tempi cambiano e che crescono gli scrupoli a tenere cose trovate e quindi, dove può attacca una piccola etichetta e scrive: «Per te!» o, se ci sta: «Per te che lo trovi» e firma con la sola iniziale.
I nostri bambini non praticano molto l’arte della raccolta di piccoli tesori, ma magari qualcuno potrebbe iniziare proprio da un souvenir di Oriana. Magari, più semplicemente, aiuta qualche adulto a tornare bambino. Quel che ha rapito me è stata la sua tesi: «Ovunque andiamo, prendiamo qualcosa per ricordarci il luogo e il momento. A me piace lasciare qualcosa che possa mettere di buon umore». Regalare la possibilità di un sorriso a uno sconosciuto mi pare una controtendenza da alimentare. Fatelo anche voi, a modo vostro ovviamente.
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