Una sorella, una bella sorpresa

Lorenzo ha frequentato la scuola del proprio quartiere e ha cominciato la secondaria di primo grado subito dopo che la mamma e il papà si erano separati.
Quartiere piccolo, scuola piccola. Le sezioni sono poche e i ragazzi si conoscono tutti. Il primo anno passa senza che accada niente di particolare. Dal secondo, le cose cambiano: Lorenzo partecipa alle attività in verticale – quelle che includono prima, seconda e terza – in maniera saltuaria. Non sono frequenti, ma sono attese perché sono le più curiose, stimolanti e quindi attrattive.
La mamma trova dei pretesti sempre nuovi: imprevisti dell’ultimo momento, necessità domestiche, gite infrasettimanali che non hanno nulla di urgente ma che pare debbano cadere proprio nel giorno in cui Lorenzo dovrebbe stare con tutta la scolaresca riunita. Il terzo anno, stessa cosa. Ma è proprio sul finire dell’ultimo anno che Lorenzo nota un fatto curioso: gli pare di vedere papà che si allontana o si avvicina alla scuola con una sua compagna, di un anno più piccola.
La prima volta pensa di aver visto male, la seconda lo perde tra il numero degli adulti che stanno all’ingresso, alla terza affronta la questione con sua madre: la sicumera con cui sostiene che si sia sbagliato lo colpisce. Anzi, lo infastidisce, tanto che gli accende il barlume di un’incertezza: che sia successo qualcosa di nuovo tra mamma e papà? Che gli accordi su cui sembravano essersi acquietati siano saltati? Meglio parlarne con il padre alla prima occasione. Lo fa, ma la reazione del genitore lo spiazza: nega in modo talmente deciso che il tentativo di smentita si rivela semmai una conferma. Ma che sta succedendo? Terrà gli occhi aperti.
Sostiene gli esami conclusivi e inizia le vacanze estive, che sono un sollievo: le prime uscite serali con gli amici, la prima ragazza che davvero gli piace e tutto il resto di cui si accorge di aver avuto bisogno per prepararsi alle superiori. L’istituto che ha scelto si raggiunge con un mezzo pubblico: quattro fermate, che sono il suo primo viaggio vero senza adulti alle costole, che prevede un passaggio proprio davanti alla vecchia scuola.
Il finestrino è uno schermo che inquadra per poche sequenze la sua vita di prima, un frammento della quale torna come i vaghi ricordi di dettagli dei sogni passati. Una volta, due volte, tre. Nel giro di un paio di settimane ha la certezza di aver visto il proprio padre arrivare davanti alla scuola con quella sua compagna che ancora è alle medie. Ma che relazione c’è tra lui e lei? Se i genitori non gliene vogliono parlare, lo chiederà alla diretta interessata.
Una mattina di sabato, quando lui non ha lezione ma lei sì, la aspetta all’ingresso. È da sola. La avvicina e glielo chiede: ma tu chi sei? In questa maniera insolita Lorenzo scopre che quella ragazzina è sua sorella. Condividono un padre che non vive più con l’uno e non ha mai vissuto con l’altra. Lorenzo stenta a crederci, ma lei è convincente. Nessuno dei due ne parla in casa per anni, fino a che non scoppia uno di quei litigi tra genitori e figli in cui non si fanno prigionieri e le parole sono più affilate di baionette. «Sarebbe bastato lo dicessi» conclude Lorenzo.
Lui adesso lavora. Con il padre parla poco, con la mamma poco di più, ma con la sorella parla tantissimo. La famiglia è lo spazio in cui ti senti capito, anche contro ogni previsione.
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