Turismo, ecco le nuove frontiere del popolo dei vacanzieri

Oggi convivono pratiche turistiche molto diverse che da una parte alimentano un overtourism omologante mentre dall’altra contribuiscono alla riscoperta di località meno note e più periferiche
Turisti a Roma - © www.giornaledibrescia.it
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L’ingresso nelle ultime settimane della stagione estiva consente di sviluppare alcune riflessioni, non prettamente economiche, sull’andamento del turismo nazionale e locale, per non correre il rischio di dimenticare che il turismo è ormai un fenomeno altamente differenziato.

In questo scenario hanno un forte peso anche fattori di tipo socioculturale, comunicativo e percettivo enfatizzati dalla globalizzazione turistica e dalla società digitale. Proprio una delle immagini iconiche dell’estate 2025, quella con le spiagge semivuote e con gli ombrelloni chiusi, comporta una lettura che non può accontentarsi di una spiegazione in termini di «caro-ombrellone» o di arretramento della capacità di spesa del «ceto medio».

Sono numerosi gli studi che accertano che nella scelta di una destinazione turistica, accanto agli aspetti economici, e non sempre in coerenza con essi, vi sono numerosi altri fattori che spesso diventano decisivi nella scelta finale della destinazione turistica e del tipo di vacanza. Il quadro è sempre più diversificato ed è difficile individuare delle tendenze univoche in quanto la collocazione e la durata delle vacanze sono cambiate così come i turisti per provenienza, sensibilità e cultura.

Oggi convivono pratiche turistiche molto diverse che da una parte alimentano un overtourism omologante mentre dall’altra contribuiscono alla riscoperta di località meno note e più periferiche in un quadro generale nel quale aumentano le opportunità di movimento e di vivere esperienze. Va da sé che anche quello che può essere considerato il modello classico del turismo balneare fatto di sole, mare e spiaggia attrezzata non attira più come in passato. Anche se alloggiano nelle località di mare o di lago (si pensi anche al Benaco e al Sebino) questi ultimi preferiscono passare meno ore in spiaggia e svolgere altre attività. Alcune località hanno capito questa tendenza in anticipo differenziando l’offerta extra-spiaggia.

Non va poi dimenticato che un fattore sempre più rilevante è quello climatico tanto che si parla di turismo «climate sensitive», cioè sensibile al clima. Uno studio realizzato per la Commissione europea ha mostrato che le condizioni climatiche influenzeranno in modo significativo la domanda turistica delle località costiere, con le regioni settentrionali che beneficeranno del cambiamento climatico e le regioni meridionali che dovranno affrontare nei prossimi anni possibili significative riduzioni della domanda turistica soprattutto di alcuni target.

La ricerca di un clima fresco (nei paesi nordici si parla di «Coolcation» ovvero di ricerca della refrigerazione) o comunque di un caldo accettabile potrebbe generare cambiamenti nelle scelte e dovrebbe mettere in guardia anche le località di mare e di lago del nostro Paese a perseguire politiche di mitigazione climatica, ad esempio investendo su una diffusa piantumazione sostenibile.

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), proprio questa estate, ha diffuso una nota nella quale parla della necessità di incentivare parchi «tascabili», microforeste, angoli di natura anche su piccole superfici marginali ovvero «isole fresche» dove residenti e turisti possono trovare sollievo dalla calura estiva. Siamo quindi entrati in una nuova fase del turismo nella quale le formule standardizzate e indifferenziate di soggiorno e di vacanza vengono messe in crisi dalle nuove pratiche turistiche e dalle transizioni in atto (culturali, tecnologiche e climatiche) che è necessario capire fino in fondo in tutte le loro implicazioni.

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