Il sogno politico di Elon Musk si ferma prima ancora di partire

L’America Party voleva essere una risposta alla rottura con Trump, ma il progetto sembra essersi già interrotto
Elon Musk - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Elon Musk - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Aveva dato l’impressione di (poter) essere la novità politica americana del momento. E, forse, avrebbe potuto effettivamente dare qualche scossa al sempiterno, e bloccatissimo, paesaggio politico a stelle e strisce – anche se si può nutrire fondatamente più di un dubbio sul carattere positivo di tale spinta eventuale. Comunque sia, nulla di fatto: il Wall Street Journal scrive che il cantiere dell’America Party si è già interrotto, praticamente prima di partire. E, dunque, squilli di tromba, ma un nuovo flop (quanto meno temporaneo), che prosegue la serie negativa di questi di mesi delle iniziative di Elon Musk, non più «re Mida» come un tempo.

Alcune settimane fa, dopo la brusca interruzione di quello che sembrava un idillio – e proprio per questo occorreva dubitarne... – con Donald Trump, un infuriato Musk congedato in quattro e quattr’otto dall’incarico di «impiegato speciale del governo» a capo del Dipartimento per l’efficienza (il Doge), aveva lanciato un referendum sulla sua piattaforma X che suonava come una minaccia. Dal quale emergeva la (potenziale) domanda di una nuova organizzazione, con il 65% di utenti che rispondevano positivamente all’idea di un partito inedito che doveva nascere «per restituire agli elettori la libertà».

Una formazione il cui programma, dichiarava il neoleader patron di SpaceX e Tesla, sarebbe stato costruito con l’intelligenza artificiale (Grok, naturalmente), e che voleva rappresentare una risposta alla rottura con l’ex best buddy Trump, e una minaccia per il Partito repubblicano nelle elezioni di mid-term del prossimo anno. Uno scontro consumatosi sulle critiche muskiane alla legge di bilancio che incrementa il deficit, con sullo sfondo il conflitto – che, come vari osservatori avevano sottolineato, sarebbe inevitabilmente esploso – fra due personalità egotiche innamorate della ribalta (del genere: ne rimarrà solo uno...).

E, così – ancora, almeno per adesso – niente «nuovo sceriffo in città», ovvero nessun partito ulteriore ad affollare il panorama già presidiatissimo della (ultra)destra Usa. E in questa decisione, di cui scrive il grande quotidiano finanziario di proprietà di Rupert Murdoch (non precisamente allineato con la presidenza Trump), si intravede una molteplicità di motivazioni. Alcune sono di natura contingente, come quella di non indispettire ulteriormente Trump e i repubblicani alla luce degli immensi contratti pubblici di cui godono le imprese di Musk; e che, con il suo stile consueto, il presidente ha minacciato di chiudere per rappresaglia politica (e non certo per il problema del conflitto di interessi, questo sconosciuto…).

Ma vi sono anche motivazioni più politologiche (e di fondo): in buona sostanza, si rivela impossibile immettere un’offerta ulteriore nel sistema bipartitico statunitense, perché le organizzazioni in lizza sono dei grandi comitati elettorali che richiedono enormi risorse, ma l’astensionismo e la disillusione verso la politica si accompagnano a una polarizzazione altissima, de facto inscalfibile. E, quindi, tertium non datur, come hanno già mostrato i tentativi del passato, a partire da Ross Perot fino allo stesso Robert F. Kennedy Jr. che ha finito per convergere su Trump, ed è stato ricompensato con il ministero della Salute (con i relativi danni...).

Un gioco lose-lose, insomma, se portato a compimento. E Musk, che in politica non è affatto un genio (a differenza del campo delle tecnologie), ha impiegato un po’ per capirlo, anche se alla fine ci è arrivato, e per fattori eminentemente esogeni: la paura di una rovina finanziaria. Di qui, il suo annuncio di essere pronto a finanziare J.D. Vance, già «cavallo» di Peter Thiel, il vero partner di Trump, e l’autentica eminenza grigia della Silicon Valley reazionaria. Un annuncio pericoloso per il suo destinatario, già respinto al mittente infatti.

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