C’è sempre qualcuno che zappa per piantar grane

Siamo in un Comune del Nord Italia. C’è una via a senso unico su cui si affacciano signorili palazzine il cui pianoterra è occupato da negozi. I parcheggi non sono molti e non c’è area di carico e scarico. Fermiamoci nella prima metà della via fra due negozi, uno di fronte all’altro, e tre posti auto. Arriva un furgone per la consegna a domicilio della spesa. Le spese da consegnare sono due, nello stesso condominio, destinatarie due attempate signore. I posti auto sono occupati.
Il ragazzo che guida lascia il furgone accostato, con le quattro frecce e spazio sufficiente a lasciar fluire il traffico. Consegna la prima spesa, quindi prende la seconda e rientra nel condominio. Intanto, uno dei posti auto si libera e arriva un signore, non giovane, con l’intento di accedere al parcheggio privato di casa propria, in parte ostruito dal furgone. L’uomo non trova di meglio che suonare il clacson a distesa. Uno dei negozianti, che sta fumando davanti alla propria vetrina, gli spiega la situazione e gli indica il posto libero dove potrebbe aspettare o sostare (la differenza è di circa 20 metri). L’uomo sente, ma preferisce insistere sul clacson. Avrà le sue ragioni. Certo. Il genere e l’età sono dalla sua... Il caso vuole che passi da lì il primo cittadino, che nota lo schiamazzo. Vuol capire cosa stia accadendo. Può darsi che lo faccia sempre quando passa, non ne ho idea anche se ne ho curiosità.
Arriva pure il ragazzo delle consegne, che spiega che se ne sta andando. Eh, no. Il sindaco non ci sta e chiama la Polizia locale. Arrivano gli agenti, in quattro, a sirene spiegate. I negozianti intervengono, spiegano la situazione. Da testimoni oculari quali sono raccontano come è andata e come – in fondo – potrebbe essere già finita. Impiegano, dice chi ha visto, circa un’ora e alla fine viene irrogata la contravvenzione. L’uomo al volante si sente gratificato, il primo cittadino se ne va sorridente e gli agenti proseguono il turno. Il ragazzo delle consegne ha in mano una multa e un’ora di ritardo sulle tappe successive, con buona pace di chi attende la spesa.
Non voglio dire che non sia giusta la sanzione, ma stupisce quanto sia costata – anche solo in termini di tempo – una impazienza ombelicale, espressa senza ritegno. E mi domando anche se chi ha pensato di congelare la situazione e convocare la Locale abbia assolto al proprio ruolo o piuttosto dato prova (o autocertificato) parte del proprio personale potere. Mi resta anche qualche dubbio sul fatto che trasformare un servizio utile in un disagio protratto sia l’arte degli sciocchi. Magari voi avete le risposte.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
