Populismi e nostalgia reazionaria: la lezione di Bauman resta attuale

Il filosofo della società liquida parlava di «retrotopia»: anche oggi i nazionalismi minacciano l’Europa
L'incontro di AfD a Berlino - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
L'incontro di AfD a Berlino - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Ormai i populismi di diverso colore politico e i nazionalismi (sia di destra, sia rosso-bruni) stanno guadagnando campo, nelle grandi democrazie occidentali (Usa, ma anche in parte Francia e Gran Bretagna dove la Le Pen e Farage avanzano) come nei paesi minori dell’Est, che hanno abitudini democratiche troppo nuove per non essere fragili (Romania); si rafforza anche un sentimento diffidente, se non ostile, nei confronti dell’Unione europea, che è largamente raffigurata da questi soggetti come la causa di tutti i mali, come comodo capro espiatorio da dare in pasto a quella parte dell’opinione pubblica più dedita ai social e molto carente dal punto di vista culturale e civile.

Resta sempre attuale la lezione del libro scritto da Zygmunt Bauman poco prima di morire («Retrotopia», Laterza, 2017), secondo la quale il ventunesimo secolo è caratterizzato da una strana nostalgia di un passato idealizzato ma mai esistito, che spinge le masse ad abbandonare il pensiero critico per i legami emotivi.

Come scrisse l’intellettuale russo-americana Svetlana Boym, citata da Bauman, il pericolo della nostalgia è confondere la casa vera con quella immaginaria e sconfina nell’ispirazione restauratrice che caratterizza «i risvegli nazionali e nazionalistici dediti alla mitizzazione della storia in chiave anti-moderna attraverso il recupero di simboli e miti nazionali e, talvolta, le teorie cospiratorie».

La reazione alla crisi dell’ultimo quindicennio – che non è stata solo economica ma sociale, culturale, politica –  ha portato soggetti politici del tutto marginali ed emarginati a cavalcare lo scontento incanalandolo – anche grazie a un sapiente uso dei social media e a tecniche di manipolazione psicosociale – verso esiti elettorali dirompenti. Si è fatto e si fa credere che abbattere l’Unione europea, il parlamentarismo, le democrazie fatte di pesi e contrappesi, la stessa scienza e l’approccio razionale (oltre a cercare di togliere credito a un approccio come quello dell’ex papa Francesco, che per alcuni era diventato l’usurpatore salito al trono al posto di Benedetto XVI; intanto già Bannon, seguito delle destre eversive di vari Paesi, prova a screditare Leone XIV) fosse l’unico modo per far nascere qualcosa di nuovo perché antico: «Make America great again» vuol dire andare avanti per tornare indietro, a una fase della storia molto edulcorata.

Accade anche in Italia, del resto, così come nel resto del continente; di solito, dove c’è disagio e l’unica ricetta è la fuga, unita all’individuazione di un nemico da abbattere (ecco perché l’AfD vince soprattutto nella Germania est, mai davvero riuscita ad elevarsi ai livelli economici dell’Ovest; ecco perché il M5s vince al Sud, dove il reddito di cittadinanza è stata la risposta più comoda per risolvere problemi strutturali che avrebbero meritato politiche più serie, incisive e di medio-lungo periodo, non soluzioni «di pronta beva»).

Tornare al passato significa creare nuove tribù chiuse (qui c’entra anche il rifiuto dell’immigrazione, che però fa comodo quando servono braccia per le fabbriche o per i campi) e contrapposizioni che possono diventare violente. Secondo Bauman «il precetto di divisione/separazione senza compromessi appare non solo evidente, ma anche perentorio: non c’è più posto per l’altra logica; in simili situazioni nessuno ascolta nessuno, perché non si vuole davvero sapere cosa dice l’altra parte; le informazioni a conferma delle proprie convinzioni vengono elaborate, mentre tutto il resto viene gettato via».

Anche le parole assumono altri significati: partiti che nei fatti hanno lo scopo di limitare la democrazia e soffocarla invocano la libertà quando non riescono a vincere le elezioni oppure quando – violando la Costituzione, come in Germania l’AfD – rischiano di essere sciolti.

Si vuole la libertà di eversione, insomma, ma la si spaccia come l’unico vero afflato libertario, in contrasto con le «finte» democrazie dell’Ue e delle famiglie politiche che governano i principali paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna). Lo slittamento semantico è talvolta forte, ma è tanto stridente che le masse non se ne avvedono. Bauman scriveva queste cose otto anni fa, quando già erano in azione i primi pifferai di Hamelin.

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