Gli scandali non scalfiscono la premier

Ogni giorno abbiamo variazioni significative sul bollettino medico dello stato di salute del governo Meloni. Ora a tenere banco, accanto alla operazione europea della presidente von der Leyen sul nome di Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo, che pare aver conseguito un esito positivo chiamato a superare la verifica dei controlli parlamentari, c’è il processo a Matteo Salvini per la vicenda dei naufraghi Open Arms, con la richiesta della condanna a sei anni di carcerazione nei confronti del leader della Lega.
Non è un problema di scarso peso, sia per il personaggio coinvolto, che non vuole arretrare di un passo, sia per il partito che rappresenta, portatore della attuale storia parlamentare più lunga. Il destra centro parla di processo politico, il centrosinistra di inaccettabili interferenze. Lo storico scontro con la magistratura, se mai è stato in sonno, torna a farsi particolarmente aspro.
Abbiamo alle spalle settimane che hanno visto le opposizioni accusare la Meloni di essersi circondata di personaggi non all’altezza di assumere le funzioni di classe dirigente di un paese complesso come l’Italia, di aver privilegiato un «amichettismo» deteriore che la condanna non solo a non scrivere un nuovo capitolo della storia nazionale, ma a cedere il passo ad un diverso scenario a seguito di una costruzione fallita nei suoi obiettivi cardine. Insomma, di non essere lei per prima adeguata a ricoprire la responsabilità di presidente del Consiglio. Difendere i suoi è tutelare sé stessa.
Il non concordato patteggiamento dell’ex presidente dimissionario della Liguria, Giovanni Toti, ha lasciato pesantemente sguarnito un imminente fronte elettorale regionale, che si voleva innalzare a barriera tra la politica governante e la magistratura giudicante. Intanto, però, nei sondaggi, la Meloni non perde consensi, mentre le sparse opposizioni difettano di un progetto comune condiviso che si traduca in una possibile alternativa gestionale. Le difficoltà della Meloni non si traducono in opportunità per chi la attacca.
Pare di capire che la Meloni replica agli attacchi a tutto campo puntando le sue carte su sé stessa, senza accettare di farsi mettere alla corda dagli scivolamenti di suoi pur stretti collaboratori.
Inaugurare oggi Divinazione-Expo 24 a Ortigia, con l’affetto dei cittadini e potendo conoscere tante eccellenze italiane, mi ha reso profondamente orgogliosa. Il mio grazie va al Ministro Lollobrigida per aver promosso questa vetrina e ai nostri agricoltori per produrre ogni anno… pic.twitter.com/RmXvK99SjN
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) September 21, 2024
Si parla di complotti senza indicare apertamente chi ne siano i registi e di interventi riparatori a tempo e cadenzati, che evitino un rimescolamento ad ampio raggio delle responsabilità. La Meloni punta sui tempi lunghi dell’intera legislatura e cerca di evitare sia le trappole dello scandaletto quotidiano, che costringe ad inseguire qualsiasi precarietà, sia il giudizio stravolgente di una inadeguatezza complessiva, che sollecita un cambio di passo nell’attuale maggioranza.
C’è da aspettarsi dal fronte avverso la continuità delle delegittimazioni e della richiesta di interventi riparatori della magistratura, da parte sua la quotidiana tutela del che fare per portare avanti quel disegno che lei insiste ad indicare come portatore dell’unica, autentica novità strutturale.
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