Femminicidi, la ricerca della verità è senza tempo

La scelta di puntare sull’ergastolo rimarca la convinzione che attualmente i colpevoli procedano con facile disinvoltura a togliere la vita alla donna
Il Governo inasprisce le pene, ma il fenomeno sembra autoalimentarsi
Il Governo inasprisce le pene, ma il fenomeno sembra autoalimentarsi
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La festa della donna e dintorni non ha potuto esimersi dal confrontarsi sul dato della violenza contro di loro, che caratterizza i nostri tempi. Il Governo ha voluto che il femminicidio diventi un reato autonomo, in proprio, non come appendice di altra vicenda. Può comportare direttamente l’ergastolo. Questo perché si tratta di una strage che sembra paurosamente autoalimentarsi e che si prova a contrastare anche inasprendo le pene.

Subito dopo l’8 marzo le cronache hanno riacceso i riflettori su due uccisioni che risalgono a parecchio tempo fa e che tendono ad indicare come la ricerca della verità non abbia data di scadenza rispetto anche a sentenze che parevano averle chiuse.

La difesa di Alberto Stasi, in carcere per espiare una condanna a 16 anni di reclusione con l’accusa – da lui sempre respinta – di aver ucciso, quasi 18 anni fa, la sua fidanzata Chiara Poggi, dopo alcuni tentativi andati a vuoto è riuscita a far riaprire il caso. Grazie a tecnologie più avanzate, che sondano nuovamente alcune prove, i difensori tentano di far riscrivere la narrazione di un delitto che ha diviso nettamente l’opinione pubblica tra colpevolisti e innocentisti e che ha assunto il nome identitario del delitto di Garlasco.

L’altro caso che fa rumore risale a 24 anni fa. Riguarda il caso irrisolto dell’uccisione di Serena Mollicone, trovata priva di vita in un boschetto di Arce, in provincia di Frosinone. La Cassazione ha disposto un appello bis accogliendo l’istanza della Procura contro l’assoluzione dell’ex comandante della caserma dei carabinieri del luogo Franco Mottola, della moglie Anna Maria e del figlio Marco. La giustizia riaprirà i suoi lavori ed emetterà il suo giudizio, confermando od innovando le precedenti sentenze.

Che cosa suscita particolare attenzione? La datazione dei due omicidi messi sotto la lente d’ingrandimento lascia la traccia di un comportamento che data nel tempo: non è solo questione d’oggi. Altro caso che suscita nuovo interesse è quello di Liliana Resinovich, che viene ora indagato passando dalla strutturazione di suicidio personale a quella di assassinio da parte di terzi.

La scelta di puntare a comminare l’ergastolo rimarca la convinzione che attualmente si proceda con facile disinvoltura, da parte dei colpevoli, a togliere la vita alla donna rimproverata di non assecondare i desideri del compagno o di intralciare il cammino di qualcuno. Una pesante condanna certa può portare ad un più di riflessione sui comportamenti che si mettono in atto? La questione della repressione chiama in causa l’indispensabile cammino di prevenzione.

La mentalità dell’uso immediato della violenza sembra una caratteristica che pervade i diversi ambiti dell’attuale vivere sociale. Privilegia una presunta giustizia fai da te rispetto al farsi carico pure delle ragioni altrui.

Torna la questione di fondo: le vicende eclatanti non dovrebbero risolversi al loro interno per poi voltare pagina. Piuttosto vanno sondate per rivedere la quotidianità dei comportamenti e riscrivere gli usi e costumi che attengono ad una ricercata normalità.

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