Famiglie sotto pressione tra adattamento e fatica

Il problema oggi non sta tanto nella mancanza di denaro, ma nell’erosione delle possibilità di scelta: siamo tutti un po’ più fragili, spaventati e poveri
La famiglia soffre sempre di più
La famiglia soffre sempre di più
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Sono certamente apprezzabili tutti gli sforzi che, sul piano sociale e politico, sono messi in atto per aiutare le famiglie italiane dal punto di vista economico. Ma il vero problema delle famiglie italiane non sta tanto nella mancanza di denaro ma nella progressiva erosione delle possibilità di scelta. Chi si adatta sempre, alla fine si piega. E così ci troviamo di fronte sì a una famiglia che tiene ma che nasconde pure tante fragilità e tante rinunce: per il benessere personale e il tempo libero e per la casa più del 32%; per le cure sanitarie più del 18%; per le vacanze già preventivate quasi il 17%. A rivelarlo è il «Cisf Family Report 2025» presentato con il titolo «Il fragile domani» e il sottotitolo «la famiglia alle prove della contemporaneità».

Il Cisf, sigla che significa Centro internazionale studi famiglia, è una istituzione di ispirazione cattolica voluta nel 1974 dallo storico direttore di Famiglia Cristiana don Giuseppe Zilli. Dal 1989 il Centro pubblica un annuale rapporto, frutto di una indagine sociologica con tutti i crismi della scientificità. L’ultimo rapporto ha coinvolto un campione di 1.600 persone appartenenti al ceto medio nazionale.

Ma se il dato delle «rinunce» fa pensare, ancor più interroga il fatto che ben il 62% dice di essere stato vittima nell’ultimo anno di fenomeni di ansia o di stress o depressione. Le cause sono varie: problemi di salute per il 45%; questioni economiche per il 35%; gestione del tempo per il 27%; la solitudine per il 22%. Inoltre l’indagine mette in rilievo che la struttura dominante della famiglia oggi è quella di nuclei con un solo figlio, il 59% , mentre il 41% ha due o più figli. Sempre più rare le famiglie numerose. Più della metà delle famiglie italiane con figli, inoltre, si prende cura di familiari anziani non autosufficienti. E questo dato di fatto conduce ad ammettere che si è sopraffatti da compiti molto più gravosi rispetto ai soli compiti genitoriali.

Tuttavia è doveroso riconoscere lo sforzo, non privo di sofferenza, per non rinunciare alle attività ricreative-educative dei figli. E a proposito della attenzione educativa l’indagine rivela che il 55,4% dei casi di conflitti generazionali riguardano l’uso del cellulare o smartphone. Ma questi conflitti non si limitano solo al rapporto fra genitori e figli giovani ma nel 30,5% dei casi il conflitto riguarda anche il coniuge o il partner. Inoltre il Cisf sottolinea che nelle famiglie italiane, se il digitale è ormai di casa da tempo, vi è molta attenzione alla new entry: l’intelligenza artificiale. L’uso di ChatGpt è cresciuto del 15% in un anno e ne fa uso più del 58% dei nuclei familiari con minori.

Un altro aspetto che emerge dall’inchiesta riguarda il ricorso ad un aiuto esterno per i propri problemi, a cominciare dallo psicologo: i giovani cercano più facilmente questo aiuto rispetto agli anziani. Infine il rapporto del Cisf sottolinea come nella famiglia italiana siano ormai entrati gioiosamente gli animali, soprattutto cani e gatti. In tanti casi sostituti di fratelli e sorelle. E nel caso di coppie sole sono sostituti delle relazioni filiali. La sociologa Anna Bertoni ha parlato di animali antropomorfizzati, amabili ma senza rischi di contestazioni o difficili relazionalità. E sembra che costino più o meno come un figlio.

Forse la fotografia dell’ultimo rapporto Cisf è pessimista, come del resto è pessimista il 57% delle famiglie che guardando al futuro vede nero. Ma questo dato va mitigato col 19% che afferma che il futuro non andrà peggio.

Siamo, dunque, tutti un poco più fragili, spaventati, poveri (l’aumento delle famiglie povere fra l’altro è certificato anche dai rapporti della Caritas italiana). Per tante ragioni siamo anche stressati e ansiosi, ma con i suoi affetti la famiglia tiene e fa sentire più al sicuro. Ma ad una condizione: che il benessere di ogni famiglia diventi una preoccupazione comune. Una priorità per tutte le componenti sociali. Il futuro della famiglia si costruisce insieme. Non si torna indietro ma è possibile tornare ai valori che hanno tenuto insieme le famiglie anche in decenni più difficili, a cominciare dai vicini di casa... Purtroppo nemmeno i preti non bussano più alla porta di ogni famiglia almeno per benedire la casa! Grande Celentano quando cantava: «neanche un prete per chiaccherar...».

Monsignor Gabriele Filippini, canonico del Duomo di Brescia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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