Un cavolfiore viola nell’orto di fine anno

Da inverno a inverno, il bilancio del 2025: c’è stata la fatica, certo, ma è stato un anno ricco di indubbie gioie
Un cavolo viola
Un cavolo viola
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È stata una sorpresa tanto inattesa quanto entusiasmante. Da qualche tempo non passavo dal mio orto, la stagione fredda è tradizionalmente avara di soddisfazioni. Sbagliavo. A settembre/ottobre ho infatti messo a dimora broccoli, cavoletti, cavolfiori e finocchi. Mentre questi ultimi hanno intrapreso un significativo percorso (e sono già stati raccolti e lessati in buona quantità), il resto dell’ortaglia mi sembrava destinato a un protratto letargo, mi ero ormai rassegnato ad attendere il risveglio primaverile.

E invece. Le piogge, e il clima mite, dei giorni scorsi hanno infatti portato un sorprendente beneficio. Qua e là è il cavolfiore viola ha elegantemente colorato la mia coltivazione. Che meraviglia. Ne ho subito colti alcuni esemplari, per chi fosse refrattario a inondare la casa di quel caratteristico fetore che fa fuggire anche i ragni, il cavolfiore viola può essere apprezzato anche crudo, va affettato finemente e poi condito con qualche goccia di aceto balsamico. È una vera prelibatezza.

Mentre lo gustavo ripensavo alle tante soddisfazioni raccolte quest’anno dal mio orto. C’è stata la fatica certo, non sempre tutto è andato come mi sarei aspettato, ma indubbiamente i momenti di gioia sono di gran lunga superiori alle delusioni. Sono un coltivatore diretto a chilometro zero da ormai dieci anni. Zappettare, piantare, seminare, accudire, attendere, raccogliere. L’orto mi ha insegnato moltissimo, non ancora a sopportare il genere umano. C’è tempo. Buon anno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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