Bulbose, promessa di meraviglia futura

Le prime piantine di broccoli sono state messe a dimora nel mio orto, intanto le zucche proseguono incredibilmente il loro rigoglioso cammino. Assente per qualche giorno di immeritato riposo, al ritorno ho trovato un esemplare di cucurbitacea che approssimativamente peserà oltre dieci chili, forse dodici se non addirittura quindici. Mentre osservavo quello splendido vegetale, di un abbagliante giallo con striature verdi, una lacrima mi ha rigato il volto. Poco più in là, i finocchi hanno preso il posto dei pomodori, presto l’ortaglia ospiterà anche molteplici varietà di cavoli.
È una continua evoluzione, una programmazione che guarda all’oggi pensando al domani. E così sembra già di gustarli quei cavoletti di Bruxelles lessati ed accompagnati da croccanti dadini di pancetta affumicata. Ma nell’imminenza dell’autunno la mente è già in primavera grazie alle bulbose, questo è il periodo migliore per piantare crochi e bucaneve (i primi a fiorire), ma anche narcisi e giacinti. E poi ovviamente i tulipani, anche in quei colori pacchiani che le moderne ibridazioni (ahinoi) ci regalano.
Adoro i bulbi, sono una promessa di bellezza futura. La fine dell’estate porta però già una bellezza, o quantomeno la fine dell’orrore: non dobbiamo più vedere le oscene magliette indossate fuori tempo massimo da ultracinquantenni inconsapevoli. A breve vedremo i predetti il sabato a fare la spesa in tuta, ma intanto gioiamo per quelle orrende t-shirt finalmente nei cassetti. Sperando (vanamente) che ci restino.
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