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Siccità, il Trentino darà acqua alla Lombardia fino all’8 luglio

Oggi si riunisce l’Autorità di bacino del Po: grazie ai 6 milioni di metri cubi delle centrali i campi potranno essere irrigati
La siccità inarrestabile sta mettendo l’agricoltura in forte stress - Foto © www.giornaledibrescia.it
La siccità inarrestabile sta mettendo l’agricoltura in forte stress - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Prima si è tentato con la Svizzera che, però, non se la passa altrettanto bene: dopo un no netto iniziale («siamo in crisi idrica anche qui» avevano risposto la settimana scorsa gli amministratori), però, da lunedì sembra che ci sia lo spazio per un accordo. Ma la svolta da sospiro di sollievo è arrivata ieri, quando l’intesa con il Trentino è stata ufficializzata. «Sì, sull’emergenza siccità vi aiutiamo noi» è - in sostanza - la risposta che il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore agli Enti locali, Massimo Sertori, sono riusciti a incassare dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e dal suo vice, nonché assessore all’Ambiente, Mario Tonina.

Una decisione, questa, che arriva alla vigilia dell’Osservatorio dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, convocato per oggi. E che sarà illustrata nel dettaglio al tavolo regionale già fissato in agenda per domani. 

Cosa prevede l'accordo

Il patto tra le due regioni vale all’incirca 6 milioni di metri cubi d’acqua: tanto avrebbe infatti chiesto la Lombardia al Trentino. Tradotto: i campi agricoli bresciani potranno bere fino all’8 luglio. Assicurandosi (almeno) il primo raccolto. A dare l’annuncio è stato lo stesso Fontana a margine della seduta del Consiglio regionale di ieri: «È stato raggiunto un importante accordo con altri gestori dei bacini idroelettrici del Trentino», con cui «abbiamo avuto la garanzia che una quantità d’acqua sufficiente per rispondere alle esigenze degli agricoltori è stata riconosciuta almeno fino all’8 luglio».

Dieci giorni di agio, quindi: ma poi? Poi «speriamo che piova - risponde il governatore - e che con le piogge si possano riempire un po’ i bacini idroelettrici ma anche i laghi, così da non avere problemi in futuro». E comunque «mi sembra di poter dire che in questo periodo l’assessore Massimo Sertori abbia fatto veramente un lavoro eccellente, usando il bilancino per usare l’acqua disponibile per tutte le esigenze». Ora «sta andando avanti questo lavoro - conclude il presidente - e speriamo che arrivi l’acqua. Non è mai mancata».

Resta quindi da capire ora se il sacrificio richiesto al lago d’Idro, che darà un metro di acqua, possa essere se non archiviato del tutto, almeno posticipato, nella speranza che il meteo conceda una tregua.

Cosa ha consentito l'accordo

Come si arriva a questo accordo? Grazie al principio di sussidiarietà messo in campo dalla Provincia autonoma di Trento: il presidente Fugatti, il 29 marzo, aveva infatti firmato un’ordinanza nella quale si prospettavano le criticità sul fronte degli approvvigionamenti idropotabili nei territori confinanti, auspicando una maggiore disponibilità di acqua anche a beneficio di Veneto ed Emilia Romagna, che in quelle settimane si trovavano a maggior rischio siccità. Cambia la regione in affanno - e, quindi, il destinatario - ma non il principio: lo scambio d’acqua ci sarà. E a ricevere l’oro blu sarà la Lombardia.

«Anche se il Trentino attualmente non si trova in condizioni di emergenza idrica, abbiamo accolto con favore la decisione dei maggiori operatori dell’idroelettrico, Dolomiti Energia, Alperia e San Floriano Energy, che d’intesa con noi hanno condiviso la necessità di operare una scelta di solidarietà verso i territori che in questo momento si trovano in condizioni di deficit d’acqua: durante il fine settimana le centrali di Santa Giustina e di San Floriano, che alimentano l’Adige, produrranno più energia elettrica di quella che solitamente è richiesta, rendendo così disponibili maggiori quantità di acqua, in modo da garantire una portata più elevata anche per altri territori» hanno spiegato Fugatti e Tonina.

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