Italia e Estero

Roma, Torino e Trieste alle urne: si ridisegna la mappa politica

Ballottaggio per i sindaci di 3 capoluoghi di regione e 7 di provincia. 65 Comuni e 5 milioni di elettori al voto
Un'elettrice in un seggio a Torino infila nell'urna la sua scheda - Foto Ansa/Tino Romano © www.giornaledibrescia.it
Un'elettrice in un seggio a Torino infila nell'urna la sua scheda - Foto Ansa/Tino Romano © www.giornaledibrescia.it
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Roma, Torino e Trieste. E poi 7 capoluoghi di provincia. Sono 65 i Comuni al voto per i ballottaggi: 5 milioni gli italiani chiamati alle urne oggi e domani. La tornata ha forte valenza nazionale. È un’occasione per misurare la forza dei partiti e un test sulle alleanze.

In mancanza di apparentamenti, soprattutto a Roma e a Torino il centrosinistra può misurare il peso degli elettori M5s disposti a sostenere i candidati Pd. Per il centrodestra si tratta di un sondaggio sui rapporti di forza interni, anche alla luce del fatto che a Roma corre Enrico Michetti, indicato da FdI, e a Torino Paolo Damilano, considerato vicino al ministro leghista Giancarlo Giorgetti. Che sia un esame nazionale lo dimostra anche il peso che ha avuto il dibattito sul neofascismo, dopo l’assalto alla Cgil. Con il centrodestra che ha disertato la manifestazione dei sindacati, considerata un intervento a gamba tesa. In questo clima, rientra un’altra scia di polemiche, soprattutto nella Capitale, con le accuse di antisemitismo a Michetti per alcuni suoi interventi radiofonici del passato. Lui si è scusato: è stata una «imperdonabile leggerezza». Gli animi sono accesi: «Fascista, ricordati piazzale Loreto» è stato scritto al comitato elettorale di Michetti: un atto condannato da tutti gli schieramenti.

Nei capoluoghi di regione, il centrosinistra è fiducioso a Roma, dove però Michetti parte con 3 punti di vantaggio, e a Torino. Conquistarle «sarebbe un trionfo», ha detto nei giorni scorsi Enrico Letta. Mentre a Trieste il voto al primo turno dà il candidato di centrodestra, Roberto Dipiazza (46,92%), in netto vantaggio su quello di centrosinistra, Francesco Russo (31,65%). Nella Capitale, a fare sperare il centrosinistra sono le dichiarazioni di voto in favore di Roberto Gualtieri arrivate dal leader del M5s, Giuseppe Conte, e da Carlo Calenda che, da candidato sindaco, al primo turno ha ottenuto quasi il 20%. Nessun endorsement, invece, dalla sindaca uscente, Virginia Raggi. Quello romano è il confronto decisivo. La conquista del Campidoglio, strappato al M5s, ha una forza simbolica tale da condizionare il giudizio sull’intera tornata.

Altra partita accesa è a Torino, anche questa portata via al M5s. Non è un caso che per la chiusura della campagna elettorale là siano confluiti i leader nazionali: Salvini e Tajani per Damilano, Letta per Stefano Lo Russo. Anche nel capoluogo piemontese non ci sono stati né l’apparentamento Pd-M5s né una dichiarazione di voto della sindaca uscente Chiara Appendino. A rassicurare il centrosinistra è l’esito del primo turno: il suo candidato ha ottenuto quasi 5 punti in più di quello del centrodestra. I capoluoghi di provincia al voto sono Varese, Savona, Latina, Benevento, Caserta, Isernia e Cosenza. La Lega vorrebbe conquistate una delle sue città emblema, Varese, sfidando con Matteo Bianchi il sindaco uscente Davide Galimberti, sostenuto a una coalizione con Pd e M5s. Pd e M5s insieme anche a Isernia, con Pietro Castrataro che corre contro il sindaco Gabriele Melogli (centrodestra).

A Savona Marco Russo (centrosinistra) si presenta al ballottaggio con i 10 punti in più al primo turno su Angelo Schirru (centrodestra). A Latina, sul palco col candidato Vincenzo Zaccheo sono saliti Salvini, Meloni e Tajani. Zaccheo è stato due volte sindaco. Contende il posto al primo cittadino, Damiano Coletta (centrosinistra). A Benevento corre l’ex ministro Clemente Mastella che, con una formazione civica, non ha vinto al primo turno per un soffio (49,37%). Lo sfida Luigi Diego Perifano (centrosinistra). Una curiosità: a Cosenza entrambi i candidati si chiamano Francesco Caruso.

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