Italia e Estero

Inchiesta Covid, la Procura di Brescia chiede ulteriori indagini su Conte e Speranza

Non è escluso che i due deputati possano essere convocati. Tra i documenti inviati ai 19 indagati spuntano altre chat
Il Palazzo di giustizia di Brescia - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
Il Palazzo di giustizia di Brescia - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
AA

L'indagine sulla gestione della prima ondata di Covid in Val Seriana fa un passo avanti. La Procura di Brescia ha infatti trasmesso al Tribunale dei Ministri gli atti relativi alla posizione dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza, indagati per epidemia e omicidio colposi, proponendo approfondimenti istruttori.

Da quanto si è saputo i giudici bresciani, presieduti da Mariarosa Pipponzi, stanno vagliando, se non lo hanno già fatto, le proposte avanzate dai pubblici ministeri e, anche se non ci sono conferme, non è escluso possano essere convocati gli stessi due deputati.

I pm bresciani, dopo aver letto le carte inoltrate dai colleghi di Bergamo - 24 faldoni relativi alle posizioni di Conte e Speranza - hanno suggerito di effettuare ulteriori atti di indagine che loro, come prevede la legge, non possono svolgere. Il collegio, che in questo caso ha funzioni investigative e giudicanti, oltre che sulla proposta, dovrà tirare le somme anche sulla base di memorie difensive o ipotetiche richieste di interrogatori da parte degli indagati, e decidere se chiudere il procedimento con una archiviazione o ritrasmettere gli atti al procuratore Francesco Prete affinché chieda l'autorizzazione a procedere alla Camera.

La preoccupazione di Sileri

Intanto dalla mole di documenti depositati ai 19 indagati, spuntano altre chat su quei giorni drammatici quando non solo la Bergamasca ma tutta la Lombardia furono le zone più colpite dal coronavirus. Allora, era la fine di febbraio di tre anni fa, il viceministro Pierpaolo Sileri, preoccupato per la situazione e per la scarsa preparazione dell'Italia a fronteggiare la pandemia, scriveva a Speranza: «Serve competenza ed è giusto richiamare dalla pensione al più presto. Serve personale specialista (...) la cosa che mi fa incazz... che lo avevo detto a Ruocco (all'epoca segretario generale del Ministero della Salute, ndr) settimane fa».

Nell'informativa del 30 aprile 2021 gli investigatori riassumono passaggi dei tre verbali resi da Sileri, tra dicembre 2020 e marzo 2021, i cui contenuti sono già emersi nei giorni scorsi e nei quali l'ex viceministro ha lamentato la «mancata attuazione del piano pandemico» e la «disorganizzazione» degli «uffici del Ministero» e ha riferito della sua «insistenza, già nei mesi di gennaio e febbraio, all'acquisto di dpi e respiratori» che «avrebbero certamente contribuito a contenere» il contagio.

Oltre che stigmatizzare l'assenza di informazioni ricevute dai dirigenti di Lungotevere Ripa e «il comportamento minaccioso del capo di Gabinetto Zaccardi nei miei confronti», a riprova di un clima difficile, fatto di scontri interni più o meno sotterranei, che si respirava al ministero, dove in molti casi sarrebero andate avanti «persone cooptate - si sfogava il braccio destro di Sileri - e non con competenze (...) troppo soventemente incapaci anche di mandare correttamente una mail».

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia