Italia e Estero

In un video l'esame di Suarez: «Bambino porta cocomera...»

La procura di Perugia lo fece intercettare con una telecamera nascosta per l'indagine condotta dalla guardia di finanza
Luis Suarez all'uscita dell'Università di Perugia -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Luis Suarez all'uscita dell'Università di Perugia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Mi chiamo Luis... sono nato in Uruguay... sono calciatore professionista» le prime parole di Luis Suarez davanti ai due esaminatori dell'Università per Stranieri di Perugia che certificheranno poi una conoscenza dell'italiano di livello B1 necessaria per ottenere la cittadinanza comunitaria, procedura al cui esito era legata la trattativa in quel momento in corso con la Juventus.

Un esame «farsa» secondo la procura di Perugia che lo fece intercettare con una telecamera nascosta per l'indagine condotta dalla guardia di finanza. Immagini nella quali si vede il pistolero anche mentre descrive un'immagine mostratagli dai docenti. «Bambino porta cocomera... cocomero» la sua risposta. Suarez è quasi sempre ripreso di spalle, seduto a un tavolo con dall'altra parte i due esaminatori.

Maglietta bianca, calzoncini jeans corti e scarpe da tennis, il suo esame si apre con le formalità di rito. Poi al calciatore viene chiesto di presentarsi. Suarez, con uno spiccato accento sudamericano, ricorda la sua origine uruguaiana. «Sono sposato con mia moglie da dieci anni e ho tre figli... il più piccolo si chiama Lautaro» aggiunge. «A 15 anni cominciato a giocare a calcio» dice ancora Suarez ricordando le sue esperienze con la nazionale, con l'Aiax, Liverpool e Barcellona.

«Nel tempo libero mi piace molto stare con la mia famiglia - racconta ancora l'attaccante -, gioco alla play station con i miei figli. Mi piace fare barbecue... gli amici». Poi gli esaminatori gli chiedono di descrivere due immagini tra quattro che gli vengono mostrate. «In questa ci sono una mamma e un bambino che fa i compiti» si sente dire Suarez. «E nell'altra?» gli viene chiesto ancora. «Ci sono quattro persone, papà, mamma, bambino e bambina... per fare spesa... bambino porta cocomera... cocomero... perperoni... frutta e verdura con il carrello» le sue parole intercettate e ora tra gli atti depositati con l'avviso di conclusione indagini per gli ex vertici dell'Università per Stranieri.

Alla richiesta di confrontare l'idea di famiglia in Italia e in Uruguay, Suarez risponde che nel suo Paese «è molto numerosa». «Io porto mia famiglia molto numerosa... cinque hermano... fratelli» la risposta. «In Uruguay è normale famiglia molto numerosa» aggiunge. «Secondo lei cosa significa l'uguaglianza tra moglie e marito?» chiede a quel punto uno dei docenti facendo riferimento alla normativa italiana.

«Moglie, marito devono fare tutto insieme - afferma Suarez - in mia famiglia discutiamo con mia moglie per fare qualche cosa, ma è normale». Sul finire dell'esame Suarez, allora al Barcellona e adesso all'Atletico Madrid, spiega agli esaminatori di avere già cominciato a parlare italiano con Pjanic, ex della Juve. «Prima Pjanic giocava con la mia squadra. Io sono della Roma. Quindi tra due settimane tranquillo, che c'è subito Juve-Roma» la replica di uno degli esaminatori, tra le risate di tutti, che chiede poi a Suarez due autografi per dei bambini.

Dopo qualche minuto nell'aula arrivano la ex rettrice Giuliana Grego Bolli e altre persone. Le foto, i saluti e ancora autografi. Tutto ripreso dalla microtelecamera fatta installare dalla procura di Perugia e ora agli atti dell'inchiesta per la quale l'Ufficio guidato da Raffaele Cantone ha inviato l'avviso di conclusione indagini all'ex rettrice Giuliana Grego Bolli, all'allora direttore generale Simone Olivieri, alla professoressa Stefania Spina e all'avvocato Maria Cesarina Turco.

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