Italia e Estero

In Lombardia numeri da zona rossa

«Il numero di malati in terapia intensiva è alto e continua a crescere - ha detto Antonio Pesenti, responsabile Terapie intensive della Regione»
Una donna al pc - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Corre verso una sempre più probabile zona rossa la Lombardia. «La situazione è critica - ha detto questa mattina Antonio Pesenti, responsabile Terapie intensive della Regione Lombardia -. Il numero di malati ricoverati in terapia intensiva è alto, e il problema è che continua a crescere».

Oggi in Lombardia sono 4.422 i nuovi casi di coronavirus, che su 55.535 tamponi processati nelle ultime ventiquattr'ore portano ad un indice di positività del 7,96%. I decessi da ieri sono stati 70. Nella regione sono 617 i ricoveri in terapia intensiva, con 53 nuovi ingressi. Secondo Pesenti, «l'onda è cominciata da dieci giorni, forse quindici. Il problema è che sta salendo ad una velocità importante e non sappiamo quando si fermerà». Il medico riconosce che molto dipenderà da «comportamenti individuali e decisioni del Governo».

Come ha d'altronde ammesso il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, la situazione «è aggravata dal fatto che questo virus sia molto più veloce e rapido» e dunque, ha osservato «le decisioni vanno prese con la massima urgenza».

Tenta di rassicurare il direttore generale al Welfare della regione Lombardia, Giovanni Pavesi, che garantisce: «La strategia è quella di coniugare l'emergenza di un'area con la necessità oggettiva di mantenere il più possibile una continuità di attività economiche e sociali». Alla vigilia dell'entrata in zona arancione scuro, lo scorso 4 marzo, Confcommercio Lombardia aveva stimato una perdita di almeno 1,7 miliardi di euro nel terzo settore a seguito delle chiusure alternate per zone rosse, gialle e arancioni dall'inizio del 2021.

Sono almeno tre i fattori per cui la Lombardia rischia di entrare in zona rossa dal prossimo 15 marzo. Innanzitutto l’incidenza: la soglia oltre la quale si entra nella fascia con le misure più stringenti è stata fissata a 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti. Fra le province della Lombardia c’è molta disomogeneità: si passa da Brescia e Como, rispettivamente a 580 e 300, a Milano, Bergamo, Lodi, Sondrio e Varese ancora sotto la soglia. Il secondo è l’indice Rt: già la settimana scorsa era poco inferiore a 1,25, oltre il quale si entra in zona rossa. Con il nuovo aumento di casi delle ultime settimane, quel valore potrebbe essere già stato superato. Il terzo è il dato sulla pressione sugli ospedali e delle terapie intensive occupate. 

A livello nazionale, in base ai dati del 9 marzo, le terapie intensive occupate da persone positive al Sars-Cov-2 arrivano ora a quota 31%, superando il livello oltre il quale risulta difficile poter curare adeguatamente altri pazienti non Covid.

Rispetto ai dati del primo marzo si è passati dal 25% al 31% e a superare la soglia critica del 30% sono: Abruzzo (41%), Emilia Romagna (40%), Friuli Venezia Giulia (34%), Lombardia (43%), Marche (44%), Molise (67%), PA di Bolzano (39%), PA di Trento (54%), Piemonte (36%), Toscana (36%), Umbria (57%).

A crescere, secondo il monitoraggio Agenas è anche il numero dei posti letto per malati Covid nei reparti ospedalieri: il valore nazionale tocca quota 35%, ovvero +5% rispetto al primo marzo, ma comunque ancora sotto la soglia critica, definita in questo caso pari al 40%. A superarla sono 7 regioni: Abruzzo (45%), Emilia Romagna (47%), Lombardia (46%), Marche (54%), Molise (45%), Piemonte (42%) e Umbria (51%).

 

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