Italia e Estero

Il governo ha approvato il disegno di legge sull'autonomia differenziata

La discussa proposta di Roberto Calderoli permette alle regioni di chiedere allo Stato la competenza esclusiva su 23 materie
Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La bozza sull’autonomia differenziata firmata da Roberto Calderoli, trasformata in un disegno di legge limato e corretto a lungo nelle ultime ore, è stata approvata dal Consiglio dei ministri

L’approvazione segna il primo round vinto dalla Lega, che riprende le fila del sogno che fu di Umberto Bossi, ma andando oltre.
«È un giorno storico» scandisce il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, convinto che sia «una riforma necessaria per modernizzare l'Italia» e che potrà farcela per la fine del 2023, come promesso. Sceglie toni più misurati la premier Giorgia Meloni, che non partecipa alla conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, ma accoglie il voto come il primo step per «costruire un'Italia più unita, più forte e più coesa». 

Cos'è l'autonomia differenziata

L’autonomia differenziata è un meccanismo che consentirà alle regioni ordinarie (cioè tutte tranne quelle a statuto speciale: Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta) di chiedere allo Stato la competenza esclusiva su 23 materie, tra le quali l’istruzione, la sanità, la produzione di energia e la tutela dell’ambiente.

Se ne parla da anni, ma la proposta è stata resa possibile dalla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001. Da allora non è mai stata attuata, nonostante alcuni governi ci abbiano provato.

L'iter legislativo

Uscito da Palazzo Chigi, il disegno di legge andrà alla Conferenza unificata, chiamata a esprimersi sulla legge di attuazione: il parere dovrebbe arrivare nel giro di tre settimane. Dopo l'ok del governo, a quel punto toccherà al Parlamento, dove la legge seguirà il consueto iter di approvazione. 

Da qui in poi, potrà parallelamente prendere le mosse l'istituzione della cabina di regia, il cui compito sarà quello di stabilire i Livelli essenziali di prestazione (Lep) entro la fine del 2023. Secondo la Costituzione i Lep riguardano «i diritti civili e sociali» dei cittadini e delle cittadine. La cabina di regia dovrà identificare quali materie sono riconducibili ai Lep da garantire in tutto il territorio nazionale e per definire i costi e i fabbisogni standard.

Alla termine di questo iter, toccherà di nuovo al Consiglio dei ministri emanare un Dpcm per ogni Lep individuato e che avrà bisogno del parere di Camera e Senato. Da questo momento in poi sarà il turno delle Regioni, che potranno inviare la proposta di intesa al Consiglio dei ministri e a quel punto potrà così cominciare il negoziato governo-Regioni, al termine del quale il Cdm approverà l'intesa preliminare. Dopo un altro passaggio con le Camere, l'approvazione definitiva con disegno di legge si avrà in Consiglio dei ministri. 

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