Italia e Estero

Fase 3, il Dpcm: ok a teatri e cinema, no a calcetto e discoteche

I contagi tornano a salire, ma il governo vara un nuovo allentamento delle misure anti-Covid 19, non senza contrasti in Consiglio dei ministri
Il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di ieri sera - Foto Epa/Filippo Attili
Il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di ieri sera - Foto Epa/Filippo Attili
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I contagi tornano a salire in Italia, con un’impennata in Lombardia, ma il governo vara un nuovo allentamento delle misure anti-Covid 19, non senza contrasti in Consiglio dei ministri: la bozza del nuovo Dpcm prevedeva da lunedì il ritorno del calcetto e degli altri sport di contatto, ma il via libera nel testo definitivo firmato dal premier è saltato dopo un'accesa discussione tra ministri, vista la contrarietà di Roberto Speranza alla proposta di apertura presentata da Vincenzo Spadafora. Gli sport di contatto amatoriali potranno dunque riprendere il 25 giugno «se le regioni ma anche i ministri dello Sport e della Salute - dice Giuseppe Conte - ne accerteranno la compatibilità con la situazione epidemiologica».

«Prendo atto della decisione», dichiara Spadafora, che chiede di trovare intanto risorse per sostenere i lavoratori e gestori degli impianti. Lunedì riapriranno quindi le aree giochi e i centri estivi anche per i bambini da zero a tre anni, oltre alle sale scommesse. Per le discoteche bisognerà aspettare fino al 14 luglio, mentre i viaggi all'estero riprenderanno gradualmente. Da domani, come previsto, «riprendono gli eventi sportivi» professionistici, senza pubblico, annuncia Conte. Inoltre, «da lunedì potrà essere scaricata in tutto il territorio nazionale e sarà operativa la app Immuni - afferma il premier -. La potete scaricare con sicurezza, serenità e tranquillità, perché tutela la privacy, ha una disciplina molto rigorosa, non invade gli spazi privati».

Insomma dal 15 giugno ci saranno altri spazi di libertà. Potranno riaprire sale giochi, scommesse e bingo, tra i settori più penalizzati dal lockdown, sempre però con l'avvertenza alle Regioni di tenere conto dell'andamento della pandemia. Via libera come previsto a cinema e teatri e agli spettacoli all'aperto, per un massimo rispettivamente di duecento e mille spettatori. I corsi professionali potranno essere svolti in presenza. Novità anche per i viaggi: se le crociere restano sospese fino al 14 luglio, oltre ai voli nell'area Schengen si potrà andare da martedì anche in Albania e nei Balcani. Nei Paesi esterni all'Unione europea - esclusa la Gran Bretagna - non si potrà invece fino al 30 giugno. «È aumentato a cinque giorni il periodo massimo di permanenza senza obbligo di quarantena domiciliare - spiega Conte - per chi fa ingresso sul territorio nazionale per comprovate ragioni di lavoro» come «per chi va all'estero per comprovate ragioni lavorative». Le nuove misure saranno efficaci fino al 14 luglio.

Ribadite le disposizioni di base per limitare i rischi di contagio, dal distanziamento sociale al divieto di assembramento. Per un mese ancora niente discoteche anche all'aperto, fiere e congressi, ma i governatori potranno stabilire una diversa data considerati i dati del contagio. «Oggi possiamo dire che parte la Fase 3», dice il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. «Il Governo ha sostanzialmente recepito le linee guida delle Regioni ed altri settori - finora bloccati dal lockdown - possono rimettersi in moto».

Intanto i dati della Protezione civile dicono di 379 nuovi casi in 24 ore (mercoledì erano stati 202), ben 252 dei quali in Lombardia (con oltre 13 mila tamponi), che risale oltre il 66% del totale. Le vittime sono 53, il dato più basso dal 2 marzo (già registrato quattro giorni fa); tra i nuovi deceduti 25 sono in Lombardia. Le buone notizie vengono dall'Emilia Romagna, per la prima volta a zero vittime come altre nove regioni. In totale in Italia i morti con il coronavirus sono ora 34.167. Non decolla ancora il numero dei test effettuati: poco più di 62 mila, lontani dai 90 mila possibili ogni giorno secondo il commissario Domenico Arcuri. «I test ci sono e non mancano i reagenti», fanno sapere dal suo staff. Si tratterebbe quindi di una scelta delle Regioni, specie di quelle a più basso contagio.

 

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