Italia e Estero

Elezioni nel Regno Unito: Boris Johnson e i Tory hanno vinto

Maggioranza già certa alla Camera dei Comuni. I Laburisti ammettono: esito deludente. Shock in casa Libdem: non rieletta la leader Swinson
  • Boris Johnson esulta dopo la rielezione e la vittoria dei Tory
    Boris Johnson esulta dopo la rielezione e la vittoria dei Tory
  • Boris Johnson esulta dopo la rielezione e la vittoria dei Tory
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  • Boris Johnson esulta dopo la rielezione e la vittoria dei Tory
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  • Boris Johnson esulta dopo la rielezione e la vittoria dei Tory
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  • Boris Johnson esulta dopo la rielezione e la vittoria dei Tory
    Boris Johnson esulta dopo la rielezione e la vittoria dei Tory
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Boris Johnson e i Tory hanno vinto. Le elezioni in Gran Bretagna decretano il successo del leader conservatore e primo ministro, con il partito che si è assicurato la maggioranza nella Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento britannico.

I Tory, infatti, con quasi tutti i seggi ormai assegnati, ne hanno ottenuti 345 su 650, ben oltre la soglia dei 326 necessari per governare senza necessità di alleanze con altri partiti.

Lo stesso inquilino del 10 di Downing Street è stato riconfermato su un seggio di Westminster: «Get Brexit done» e «unificare il Paese»: sono gli impegni ribaditi stanotte da Boris Johnson nel discorso di proclamazione a deputato rieletto nel collegio di Uxbridge, sia pure con un margine limitato a 7.000 voti. Il premier Tory ha ringraziato «il popolo» britannico per aver votato a dicembre e per il risultato. Ha rilanciato quindi le sue promesse elettorali su investimenti nella sanità e in altri settori. L'obiettivo è realizzare la Brexit ma non solo e «cambiare il Paese per il meglio». «Il lavoro - ha concluso - comincia oggi».

Sconfitta pesantissima per i Laburisti, il leader dei quali, Jeremy Corbyn, non annuncia le dimissioni immediate da leader del Labour dopo quello che ammette essere stato un risultato «molto deludente» nelle elezioni britanniche di ieri. Rieletto deputato per la decima volta nel collegio londinese di Islington Nord, annuncia che non guiderà più il partito «in un'altra elezione», ma che resta in Parlamento e per il momento si propone di «guidare il Labour in una fase di riflessione» sull'esito del voto, in vista di una prevedibile rinnovamento dei vertici.

Shock anche in casa dei Liberaldemocratici: la 39enne neo-leader del partito più radicalmente anti-Brexit del lotto, Jo Swinson, che aveva cercato di proporsi addirittura come una rivale diretta di Boris Johnson e di Jeremy Corbyn, non solo non è riuscita a far avanzare la sua formazione, ma è stata bocciata anche a livello personale nel collegio di Dumbartonshire East: scalzata per 149 voti da Amy Callaghan, indipendentista scozzese dell'Snp. Swinson non però annunciato le dimissioni da leader.

Il successo di Johnson decreta anche un cambio di passo verso la Brexit, verso quella chiarezza auspicata da più parti in seno all'Ue. Nel frattempo sul fronte internazionale, i leader di più Paesi non hanno tardato a far arrivare al premier britannico le loro felicitazioni per il successo. Tra questi lo stesso presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte.

Immancabile un tweet per l'occasione del presidente americano Donald Trump: «Sembra una grande vittoria per Boris nel Regno Unito!» ha commentato The Donald i risultati che stanno confermando un plebiscito di voti per i conservatori.

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