Italia e Estero

Cala pressione sugli ospedali, Regioni spingono per cambio regole

I numeri del contagio potrebbero mostrare l'uscita dalla fase acuta. Pressione per rivedere il sistema dei colori
Passanti in centro a Brescia indossano la mascherina - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Passanti in centro a Brescia indossano la mascherina - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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In Italia ancora tanti morti (333) e contagiati (171.263), ma i dati delle ultime 24 ore indicano un allentamento della pressione sugli ospedali con il calo di terapie intensive (-31) e ricoveri ordinari (-43). Numeri che potrebbero mostrare l'uscita dalla fase acuta determinata anche dall'aumento dei contatti registrato nelle festività di fine anno. Sul fronte vaccini, le terze dosi si apprestano a tagliare il traguardo dei 30 milioni, pari alla metà della popolazione italiana e a due terzi della platea target.

E le Regioni sono pronte a tornare alla carica con la richiesta al Governo di rivedere il sistema dei colori ed eliminare gli asintomatici dal conteggio dei positivi. Fissata per martedì la Conferenza dei governatori. Lunedì altre quattro regioni (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia) si coloreranno di arancione, aggiungendosi alla Valle d'Aosta. E i presidenti rumoreggiano.

Le richieste delle Regioni

«Chiederemo al governo - spiega Nello Musumeci (Sicilia) - una modifica delle colorazioni, questa è la posizione della Conferenza dei governatori. Siamo convinti che debbano essere rivisti i parametri». Sulla stessa linea Attilio Fontana (Lombardia): «Il sistema delle zone», che «ha funzionato nelle prime fasi della pandemia e prima degli effetti della campagna vaccinale - sottolinea - ora va sicuramente rivisto» con «urgenza». L'auspicio è anche quello di scorporare «i dati dei ricoverati per Covid da quelli con Covid». Giovanni Toti (Liguria) aggiunge un'altra richiesta con una lettera inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza: risolvere il problema dei positivi fantasma, cioè chi ha avuto il Covid, si è poi negativizzato ma non è stato registrato dal sistema sanitario. Si tratta, spiega, di «una mancanza che non permette a chi è guarito di ottenere il Green pass».

Un ulteriore problema è stato messo sul piatto da Maurizio Fugatti (Trentino), quello degli stranieri provenienti da Paesi come Polonia o Repubblica ceca, dove il Green pass dura 9 mesi e non sei e dunque non si vedrebbero riconosciuta la certificazione in Italia causando un «danno ingente per il turismo invernale». In agenda c'è inoltre il tema della semplificazione per le norme scolastiche: si ragiona in particolare sulla riduzione della quarantena per la fascia 12-19 anni, quella dove è più alta la quota di vaccinati, nonchè sulla cancellazione dell'obbligo di tampone per il ritorno in classe degli studenti asintomatici dopo i dieci giorni di Dad.

Cosa è emerso dal tavolo tecnico

Tanta la carne al fuoco, quindi, in un momento in cui il Governo è però «distratto» dall'elezione del presidente della Repubblica. La scorsa settimana si è riunito un tavolo tecnico cui hanno partecipato esperti delle Regioni, insieme al direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, e il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, Franco Locatelli. Nell'occasione è stata abbozzata una road map, con l'apertura ad una modifica del sistema delle fasce a colori e l'esclusione dal conteggio dei positivi ricoverati di chi è entrato in ospedale per altre patologie.

La Liguria, ad esempio, fa presente che i pazienti attualmente ricoverati nelle sue strutture sanitarie per patologia non correlata al Covid ammontano a circa il 30% del totale degli ospedalizzati positivi per il coronavirus. Se passa il principio, sarà molto più difficile per le Regioni raggiungere le soglie di occupazione ospedaliere che determinerebbero il cambio di colore.

L'andamento del contagio

Il bollettino quotidiano rileva intanto una continua discesa dei contagi dopo il picco di 228mila toccato martedì scorso. E, nelle ultime ore, anche una frenata della corsa di terapie intensive e ricoveri ordinari che sembravano destinati a sfondare le quote, rispettivamente, di 2mila e 20mila, ma ora restano sotto quelle soglie (1.676 e 19.442).

Sul fronte dei vaccini, il grosso delle somministrazioni quotidiane continua ad essere rappresentato dal booster: ieri 470mila sulle 565mila iniezioni totali. Le prime dosi, dopo il balzo registrato nella prima settimana dell'obbligo per gli over 50, si sono attestate negli ultimi giorni a medie più basse, di poco superiori alle 50mila quotidiane. Ormai vicine al milione le dosi per la fascia pediatrica (5-11 anni).

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