Brexit, il saluto bresciano sui muri di Londra: «Bye Bye»

Shoreditch, Westminster e Southwark: sono le zone di Londra in cui nei giorni scorsi sono comparse le scritte «Bye Bye» circondate da una bandiera dell'Europa in cui manca una stella. Un logo che ricorda quello dell'Euro e che fa riferimento ovviamente alla Brexit.

L'uscita dall'Unione è issata per il 29 marzo, anche se le discussioni non sono ancora concluse, sia tra il Regno Unito e la Ue, sia all'interno del parlamento britannico e dello stesso governo May. Mentre si avvicina la data fatidica, l'artista bresciano Future? ha realizzato una serie di interventi nella capitale inglese. Una foto postata su Instagram è a suo modo significativa del momento sociale e politico:

Cane e padrone davanti allo stencil Bye Bye © Future?

La didascalia chiarisce ulteriormente il concetto giocando sulle due fazioni che si fronteggiarono in occasione del referendum del 2016: When the owner wants to LEAVE but his puppy wants to REMAIN (quando il padrone se ne vuole andare, ma il cucciolo vuole rimanere).

I lavori in Inghilterra sono gli ultimi di una serie che negli ultimi mesi hanno visto lo street artist impegnato tra Milano, Venezia e Brescia.

A Milano, in occasione della fashion week, ha realizzato uno stencil con la barra rossa simbolo di Prada trasformata in un tavolo su cui quattro donne stanno cucendo, un riferimento alle accuse rivolte ai grandi marchi di moda di sfruttare il lavoro sottopagato.

A Venezia ha disegnato un visore su una parete temporanea collocata sul ponte dell'Accademia durante i lavori di ristrutturazione che impedivano la vista sul Canal Grande. Future? ha pensato di ovviare al problema con un buco per continuare a guardare il paesaggio, chiedendo però (ironicamente) il pagamento. In questo caso, l'artista ha voluto richiamare le politiche restrittive di acesso a Venezia.

A Brescia, infine, dopo le mascherine antismog a disposizione in via X Giornate (sempre attuali, vista la pessima qualità dell'aria), Future? ha rivisitato il logo della Lacoste, a ridosso dell'omonimo negozio, facendolo diventare un barcone su cui viaggiano i migranti.