Italia e Estero

Aiuti in Romagna: «L’impegno dei bresciani ha fatto la differenza in questo momento»

Il nostro viaggio a Sant'Agata sul Santerno, dove sono al lavoro i volontari della Colonna Mobile della Lombardia
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EMILIA ROMAGNA, LA SOLIDARIETA' BRESCIANA
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«Per loro non posso che esprimere solo profonda gratitudine. Hanno fatto la differenza. Sant’Agata è stata affidata alla Colonna Mobile della Regione Lombardia e ci sono tanti gruppi di Brescia che si stanno dando il cambio. Noi dobbiamo solo essere grati a questi volontari di Protezione civile che in maniera professionale cercano di rimettere in piedi il nostro paese».

Il sindaco di Sant’Agata sul Santerno, Enea Emiliani, nell’ultima settimana avrà dormito in tutto dieci ore. Al piano terra della scuola media del paese l’altro ieri sono stati allestiti gli uffici comunali, dopo un primo temporaneo trasloco a Massa Lombarda dovuto all’inagibilità del municipio.

Quartier generale

Per il primo cittadino quell’edificio è diventato come una seconda casa. Nel giardino della stessa scuola ha trovato sede anche il quartier generale della Colonna mobile lombarda, un mezzo con la strumentazione necessaria per mantenersi ininterrottamente in contatto con la sala operativa regionale e coordinare le operazioni.

Maria Ferrari, funzionaria di Protezione Civile della provincia di Brescia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Maria Ferrari, funzionaria di Protezione Civile della provincia di Brescia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

In quel furgone c’è anche Maria Ferrari, funzionaria di Protezione Civile della provincia di Brescia, che da sabato si trova a Sant’Agata per coordinare i gruppi bresciani. «Con la nostra Colonna mobile - spiega Ferrari - abbiamo operato fin dall’inizio di questa emergenza in Emilia-Romagna con delle pompe idrovore ad alta pressione per liberare le case dall’acqua. Poi c’è stata una seconda ondata di maltempo e sono cambiate anche le richieste da parte del coordinamento di Regione Lombardia».

Dal Bresciano

Attualmente la nostra Provincia fornisce dieci volontari a settimana, come da richiesta regionale, che operano nel comune di Sant’Agata. Dopo i gruppi di Calcinato e Palazzolo, impegnati con i propri gommoni a salvare le persone rimaste bloccate nelle proprie abitazioni, attualmente sul posto ci sono i gruppi Val Carobbio di Sant’Eufemia e quello di Pontevico, che si stanno preoccupando di aiutare la popolazione a svuotare garage e cantine da acqua, fango e detriti.

«Le condizioni in queste ore stanno migliorando rispetto a domenica - afferma Alessandro Rossetti, che è il coordinatore del gruppo di Protezione civile di Pontevico -. Quando siamo arrivati c’erano almeno venticinque centimetri di fango ovunque, adesso va meglio». «Attualmente - gli fa eco Gianfranco Lusenti del gruppo Val Carobbio - stiamo operando in un garage dove c’erano tre metri d’acqua e fango. È un lavoro molto faticoso, ma c’è un buon clima con gli altri volontari e anche con gli angeli del fango. Ci diamo una mano».

Operazioni

I nostri volontari lavorano a stretto contatto con i proprietari delle abitazioni, attivano le pompe per togliere l’acqua, poi insieme svuotano i piani bassi delle abitazioni da mobili, suppellettili, divani ricoperti di fango. «Per fortuna l’aspetto della solidarietà è emerso in tutta la sua grandezza in queste ore - rimarca il sindaco Enea Emiliani - e questo ci dà la forza per andare avanti». Il flusso di migliaia di civili, arrivati da ogni parte d’Italia sabato e domenica scorsa, si è ridotto nei giorni infrasettimanali restituendo a chi è chiamato a gestire queste emergenze anche un po’ di serenità.

Personale

Questo tipo di interventi presentano dei rischi che bisogna saper prevenire e non sempre chi non è addestrato a questo tipo di emergenze se ne rende conto. Servono competenza e specificità e anche per questo motivo, nonostante da settimane è allertato l’intero sistema di Protezione civile della Regione Lombardia, solo alcuni gruppi vengono inviati sul posto.

«Il nostro - ricorda Maria Ferrari - è un sistema che funziona con precise modalità. È vero che l’intero sistema di Protezione civile sia regionale sia bresciano è mobilitato, ma di volta in volta vengono utilizzati i gruppi che servono a seconda delle necessità e delle dotazioni specifiche che ci vengono richieste dal coordinamento regionale. Si vanno ad attivare cioè quelle risorse necessarie e utili in base ai vari momenti. Le variabili - conclude - sono tante per cui oggi potrebbero essere necessari determinate dotazioni, domani altre e tutti i giorni si possono avere cambiamenti in opera».

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