Italia e Estero

Zaki, sì dal Senato alla cittadinanza italiana

Via libera dall'Aula con 208 sì e 33 astenuti. Lo studente attivista è agli arresti in Egitto dal 7 febbraio del 2020
Patrick Zaki - Foto © www.giornaledibrescia.it
Patrick Zaki - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Via libera dall'Aula del Senato alla cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente agli arresti dal 7 febbraio del 2020 in Egitto. L'ordine del giorno presentato è stato approvato con 208 sì, nessun contrario e 33 astenuti. Tra gli astenuti i senatori di FdI.

Si chiede inoltre al governo di sollecitare le autorità egiziane per la liberazione dello studente; di monitorare le udienze processuali e le condizioni di detenzione; di attivarsi a livello europeo per la tutela dei diritti umani nei Paesi dove persistono violazioni e a portare iniziative al G7 con particolare riguardo a casi di repressione di attivisti politici.

«C'è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l'ho provato anch'io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà».

La senatrice Liliana Segre in aula al Senato accompagnata dal senatore del Partito Democratico, Francesco Verducci - Foto © www.giornaledibrescia.it
La senatrice Liliana Segre in aula al Senato accompagnata dal senatore del Partito Democratico, Francesco Verducci - Foto © www.giornaledibrescia.it
Lo ha detto a Radio Popolare la senatrice a vita Liliana Segre che da questa mattina è in aula al Senato per partecipare alla discussione sulle mozioni per riconoscere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. «Ho fatto questo viaggio - ha raccontato - perché ci sono delle occasioni in cui uno deve vincere le forze che non sono sempre brillantissime».

«Ricordo - ha aggiunto - cosa sono i giorni passati dentro la cella, quando non si sa se preferire la porta chiusa o che si apra e qualcuno entri e ti faccia o ti dica qualcosa che ti possa far soffrire ancora di più». Segre si è detta molto contenta di questa iniziativa: «sarò sempre presente almeno spiritualmente quando si parla di libertà».

Da quasi 15 mesi Patrick Zaki, studente e ricercatore dell'Università di Bologna, attivista per
i diritti umani, è imprigionato nelle carceri egiziane per la sola colpa delle sue idee. Dal 7 febbraio 2020 è sottoposto ripetutamente, senza prove e senza processo a quella che viene chiamata detenzione preventiva, ma è a tutti gli effetti una detenzione arbitraria e una violazione dei diritti umani. Zaki è stato picchiato e torturato con scariche elettriche.

Con l'approvazione della mozione per il conferimento della cittadinanza italiana a Zaky, il
Parlamento si è assunto un'importante responsabilità dando ascolto alle voci di 200mila cittadini che in questi mesi hanno levato le proprie voci per Zaky». È il commento degli autori
della petizione lanciata ad inizio anno dall'Associazione «Station to Station» su Change.org.

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