Brescia sta con Zaky: «L’Italia intervenga per liberarlo»

Anche Brescia alza la voce per chiedere la liberazione del ricercatore incarcerato un anno fa in Egitto
Il presidente del Consiglio comunale, Roberto Cammarata, accanto alla sagoma di Patrick Zaki - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il presidente del Consiglio comunale, Roberto Cammarata, accanto alla sagoma di Patrick Zaki - Foto © www.giornaledibrescia.it
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A un anno dall’incarcerazione di Patrick Zaky, lo studente in detenzione preventiva in Egitto accusato di propaganda sovversiva, anche Brescia alza la voce per chiedere il rispetto dei diritti umani. E lo fa apponendo una sagoma all’ingresso di Palazzo Loggia e attraverso l’ordine del giorno approvato ieri in Consiglio comunale che vede come primo firmatario Fabrizio Benzoni (Bspp) e che chiede al Governo di attivarsi per il rilascio del ricercatore, assumendo ogni iniziativa utile.

Un appello che ancora una volta ha visto l’Aula unanime perché, come ha ricordato il consigliere Andrea Curcio (Pd), «Brescia, memore anche della sua storia, non può rimanere silente di fronte alla privazione della libertà e alla violazione dei diritti umani». Per questo «serve mantenere alta l’attenzione, unendo la nostra voce a quelle di altre centinaia di realtà».

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