Italia e Estero

Profughi, Regioni al Governo: «Chiediamo fondi per l'accoglienza»

In Italia 38.500 ucraini (su 2,8 milioni di fuorusciti): flusso finora gestibile, ma Fedriga evoca l’intervento dell’esercito
Rifugiati ucraini - Ansa © www.giornaledibrescia.it
Rifugiati ucraini - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Dei 2,8 milioni di ucraini scappati dal loro Paese, 38.500 sono arrivati in Italia. Pochi rispetto ai 147mila della Germania. Ma il flusso è costante e presto - se proseguirà la guerra - diventerà a 6 cifre. Finora è gestibile, anche per la generosità dimostrata da tanti che hanno messo a disposizione alloggi, ma che andrà regolato per evitare di far finire sotto stress il sistema d’accoglienza. E il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha riunito in videoconferenza i presidenti di Regione e Anci per fare il punto. Dai governatori è arrivata la richiesta al Governo di un aumento dei fondi e il governatore friulano Massimiliano Fedriga ha evocato l’intervento dell’esercito.

Modulare il sistema

C’è poi il tema delicato dei minorenni non accompagnati: il prefetto Francesca Ferrandino, capo Dipartimento libertà civili ed immigrazione del ministero dell’Interno, è stata chiamata a coordinarne l’assistenza. La pianificazione della Protezione civile punta a far lavorare in sinergia tutti i soggetti coinvolti dall’emergenza: prefetti, Regioni, Comuni, terzo settore. Con un censimento dell’offerta di alloggi. La parola chiave è ’modulare’: il sistema, cioè, sarà allargato man mano che i numeri degli arrivi lo imporranno. Per ora la rete informale di parenti, amici, conoscenti ha assorbito il grosso degli ucraini entrati in Italia. Si stima che dei 38.500, solo 1.400 siano stati sistemati nei posti aggiuntivi Cas-Sai del ministero dell’Interno (per decreto ne sono stati attivati 8mila in più). Regioni e Comuni si sono mossi - insieme alle associazioni - per reperire posti da mettere a disposizione. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha spiegato che «i veneti hanno messo a disposizione quasi 8 mila posti letto per i rifugiati». In Trentino ce ne sono 2.300. La Sicilia sta esaminando la possibilità di ospitarne 230 nelle villette della zona italiana dell’ex base Nato di Comiso. La macchina della solidarietà si è mossa in modo massiccio in tutta Italia, ma c’è anche quella burocratica e dei controlli che deve seguire.

Supporto del Governo

Chi arriva deve essere identificato, sottoposto a tampone e accertamenti medici, deve avere la possibilità di fare domanda di protezione temporanea (atteso a breve un dpcm). Fedriga ha auspicato «il supporto del Governo, immagino con l’esercito, a sostegno anche dell’attività sanitaria. Non si può pensare che questa attività sia sulle spalle di una sola Regione». E Fontana ha chiesto che Palazzo Chigi «definisca il quadro all’interno del quale le Regioni devono operare e corrisponda al contempo anche le risorse per coprire i costi degli interventi». Secondo il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il Governo deve «mettere delle risorse per le famiglie che accolgono i profughi perché stanno facendo il massimo possibile». I fondi erogati con il decreto-emergenza sono pari a dieci milioni di euro e sono da considerare un primo stanziamento a cui farne seguire altri man mano che ci sarà l’esigenza. Curcio, intanto, con un’ordinanza ha disposto i trasporti pubblici gratis per i profughi nei primi 5 giorni di ingresso in Italia. E ha nominato il prefetto Ferrandino a commissario per i minori soli. Questi ultimi per ora sono una minoranza, ma vanno monitorati, con il coinvolgimento dei tribunali per i minorenni che dovrà nominare un tutore. Eventuali sistemazioni presso famiglie potranno essere decise con associazioni come Caritas o Sant’Egidio che ne ’certifichino’ l’adeguatezza. Attenzione ai più piccoli è stata chiesta anche da Unhcr ed Unicef.

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