Italia e Estero

Processo a clan Ieni a Catania, venti condanne per 180 anni

Operazione antimafia della Polizia di Catania contro il clan Pillera-Puntina. Decine di agenti stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, sugli "interessi criminali di soggetti legati, anche da vincoli di sangue a Giacomo Maurizio Ieni". I reati ipotizzati dal gip, a vario titolo, sono detenzione e porto di armi comuni da sparo, estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, trasferimento fraudolento di valori, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l'aggravante dell'essere l'associazione armata, nonché di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante le indagini della Squadra mobile, tra il 2021 e il 2022, a riscontro delle risultanze investigative sono stati eseguiti diversi arresti in flagranza di reato per estorsione e spaccio di stupefacenti. Destinatari della misura cautelare sono anche appartenenti ad altri gruppi mafiosi catanesi. Dettagli sull'operazione, denominata 'Doppio petto', saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 negli uffici della Questura. ANSA/Polizia ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING NPK
Operazione antimafia della Polizia di Catania contro il clan Pillera-Puntina. Decine di agenti stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, sugli "interessi criminali di soggetti legati, anche da vincoli di sangue a Giacomo Maurizio Ieni". I reati ipotizzati dal gip, a vario titolo, sono detenzione e porto di armi comuni da sparo, estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, trasferimento fraudolento di valori, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l'aggravante dell'essere l'associazione armata, nonché di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante le indagini della Squadra mobile, tra il 2021 e il 2022, a riscontro delle risultanze investigative sono stati eseguiti diversi arresti in flagranza di reato per estorsione e spaccio di stupefacenti. Destinatari della misura cautelare sono anche appartenenti ad altri gruppi mafiosi catanesi. Dettagli sull'operazione, denominata 'Doppio petto', saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 negli uffici della Questura. ANSA/Polizia ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING NPK
AA

CATANIA, 04 GIU - Venti condanne per oltre 180 anni di reclusione. E' la sentenza pronunciata dal gup di Catania, Anna Maria Cristaldi, a conclusione del processo celebrato col rito abbreviato incardinato sull'inchiesta 'Doppio petto' contro il clan Ieni, guidato dal boss deceduto Giacomo Maurizio ritenuto ai vertici della cosca mafiosa Pillera-Puntina. A capo del gruppo ci sarebbero stati i figli del capomafia, Francesco e Dario Giuseppe Antonio Ieni, condannati, rispettivamente, a 20 anni e a 12 anni e otto mesi di reclusione. Ai due fratelli il 16 ottobre del 2024 la polizia ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa emessa dal Tribunale del riesame che ha accolto un ricorso della Procura, presentato dall'aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Assunta Musella e Fabio Platania, contro la decisione del gip che aveva rigettato la misura per i reati di associazione mafiosa e l'aggravante mafiosa nei confronti dei due indagati. Condannate per estorsione, rispettivamente a sette anni e sei mesi e a dieci anni di reclusione anche la figlia, Piera Liliana Ieni, e la vedova, Francesca Viglianesi, del capomafia deceduto. I due fratelli Ieni, Dario Giuseppe Antonio e Francesco, e Francesca Viglianesi sono stati anche condannati a risarcire i danni patrimoniali e non patrimoniali, con una provvisionale di 10.000 euro, all'imprenditore Angelo Di Martino, titolare di un'impresa di trasporti che il 4 dicembre del 2023 si è dimesso da presidente di Confindustria Catania dopo l'operazione 'Doppio petto' dall'inchiesta sarebbe emerso che avrebbe pagato il 'pizzo' al clan senza denunciare l'estorsione. Al centro del processo l'operazione 'Doppio petto' della squadra mobile della Questura, eseguita il 1 dicembre del 2023, con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare per 18 indagati accusati, a vario titolo e con differenti profili di responsabilità, di detenzione e porto di armi, estorsione aggravata dal metodo mafioso, usura, trasferimento fraudolento di valori, associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Argomenti