Italia e Estero

Lombardia 2023: Letta e Sala, pressing per Del Bono candidato presidente

Mottinelli: «I sindaci sono con lui e la coalizione avrebbe chance di vincere Ticket? Con Moratti vice»
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PIRELLONE, IL PD VUOLE BONO
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Non ha risposto alla prima chiamata: c’era il Consiglio comunale e doveva restare in Aula. Ma alla fine della serata, lunedì, quella conversazione il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, l’ha affrontata: dall’altra parte della cornetta c’era il segretario nazionale del suo partito, il Pd. Ed Enrico Letta è stato pacato ma (si dice) abbastanza persuasivo. Ieri mattina, stessa scena, stesso destinatario (Del Bono), diverso mittente: il sindaco di Milano, Beppe Sala. L’oggetto della conversazione coincide con il colloquio della sera prima: la candidatura, da aspirante governatore, in Lombardia. Un’investitura che tanto da Roma quanto da Milano vorrebbero conferire al numero uno di Palazzo Loggia, al centro - in questi giorni - di un pressing senza precedenti.

Unità

A fare una corte spietata a Del Bono sono anche i sindaci lombardi e la ragione è più di una. A partire dal fatto che pare che sulla sua corsa i Dem ritroverebbero senza indugio un’unità necessaria per tentare davvero di strappare la Lombardia al centrodestra. Tradotto: non servirebbero le primarie.

Lo spiega bene Pier Luigi Mottinelli, bresciano seduto al tavolo della segreteria regionale: «Del Bono è il sindaco più autorevole che le città capoluogo lombarde hanno e proprio nei capoluoghi il centrosinistra ha la maggioranza. C’è inoltre un incastro perfetto, a livello temporale, sulla sua candidatura: finisce il mandato in Loggia ed è forte di un consenso trasversale. Certo, va reso partecipe di un progetto». Mottinelli, che il sindaco di Brescia lo conosce dall’87, ne è certo: «Con lui si può vincere, ci sarebbe anche l’appoggio dei 5s, è l’emblema dei sindaci ed è un politico che ha uno spessore nazionale».

E a chi gli fa presente il cruccio della popolarità oltre i confini provinciali, l’ex presidente della Provincia ribatte: «Andava sponsorizzato prima, ma questo non è affatto troppo tardi. Quando lui parla ha una visione politica, capace di fare breccia in modo chiaro e diretto. So con certezza che il tavolo del centrosinistra appoggerebbe appieno questa candidatura forte, è chiaro che il partito deve però fare la sua mossa con convinzione».

Moral suasion

E «lui», il protagonista corteggiato e acclamato, che dice? Resta fedele a se stesso: niente fughe in avanti, niente sbavature. Che in stile Del Bono significa silenzio radio. «Io sono questo qui in questo momento: un sottomarino» rispondeva, scherzando, a chi gli chiedeva di sbilanciarsi lunedì in Aula. Neppure Letta è riuscito a strappargli un convinto «yes, we can», ma una possibilità sì, l’ha lasciata intravedere. «Avrei già due degli slogan per la campagna elettorale - confessa Mottinelli -: #AltraLombardia e #NonSoloMilano perché è tempo che anche i sindaci della Lombardia Orientale abbiano il loro spazio».

Con quale coalizione però? «Io parto dal presupposto che Letizia Moratti non sia il nemico: ha bacchettato il centrodestra, noi lo abbiamo fatto per primi. Dico che lei toglie voti al centrodestra. E aggiungo: di fronte alla candidatura del sindaco Del Bono, Calenda e Renzi che faranno? Governano con i sindaci Dem quasi tutte le città». Di più: l’idea del ticket lanciato proprio dal leader di Azione, «non è sbagliata, basta invertire le parti: Del Bono governatore e Moratti vice. Perché no?». Un’idea suggestiva, quest’ultima, ma che viene per ora classificata quasi come «mission impossible». A differenza della possibile buona riuscita della moral suasion su Del Bono.

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