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Inchiesta Covid, ispezione ministeriale in Procura a Bergamo

Il procuratore capo Antonio Chiappani, che non commenta, rischia un procedimento disciplinare per fuga di notizie
Il bresciano Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo - © www.giornaledibrescia.it
Il bresciano Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo - © www.giornaledibrescia.it
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È in corso, tramite l’acquisizione degli atti, un’ispezione in Procura a Bergamo nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della prima ondata di Covid. L’obiettivo è verificare se ci siano gli estremi dell’illecito disciplinare nei confronti del procuratore capo di Bergamo, il bresciano Antonio Chiappani, per una presunta fuga di notizie sull’indagine.

Chiappani è venuto a conoscenza dell’ispezione voluta dal ministro della giustizia Carlo Nordio - che ipotizza il mancato rispetto delle norme della riforma Cartabia sulla presunzione di innocenza - proprio mentre lui stesso stava tenendo a Bergamo un corso sulla riforma Cartabia. Il magistrato, che ora rischia un procedimento disciplinare per le dichiarazioni rilasciate dopo la chiusura delle indagini, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. «No comment» anche da parte del procuratore generale di Brescia Guido Rispoli, che si occupa anche di vigilare sui responsabili delle procure distrettuali.

L'annuncio

L’annuncio dell’ispezione è arrivato dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari rispondendo, durante il question time in commissione Giustizia alla Camera, all'interrogazione presentata dal responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa. «Il ministero sta effettuando tramite l'acquisizione degli atti gli opportuni approfondimenti istruttori anche di natura ispettiva - ha spiegato - al fine di verificare se sia configurabile nei confronti del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo l'illecito disciplinare».

Poi ha aggiunto: «Va comunque fin da ora evidenziato, fatte salve le opportune verifiche, che nel caso di specie, le dichiarazioni rese dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bergamo sono intervenute in seguito alla conclusione dell'attività investigativa e all'invio dell'avviso» di chiusura delle indagini «a tutti gli indagati con il contestuale deposito degli atti, ossia in un momento in cui gli atti stessi erano da considerarsi pubblici, a prescindere dalla circostanza formale del perfezionamento delle notificazioni».

L'interrogazione

Costa, nella sua interrogazione, aveva sottolineato il caso del procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani, che aveva rilasciato «numerose interviste in merito al procedimento penale di sua competenza sulla gestione della prima ondata di Covid» e, citando frasi riprese dalle varie interviste ricordate, aveva chiesto al governo se non ritenesse che «quanto avvenuto sia consentito dalle disposizioni di legge che disciplinano la comunicazione giudiziaria e tutelano la presunzione di innocenza e se intenda svolgere gli opportuni approfondimenti in merito».

«Più in generale - ha risposto ancora il sottosegretario - va sottolineato che, come ripetutamente affermato dal ministro della Giustizia, costituisce impegno di questo governo avviare una stagione di riforme volte a riaffermare nel modo più efficace il garantismo del dritto penale realizzando la tutela della presunzione di non colpevolezza della persona, assicurandone la dignità e l'onore durante le indagini e il processo».

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