Italia e Estero

Il quotidiano online di Enrico Mentana

Per ora è un annuncio, ma il direttore del Tg di La7, forte di un milione di follower su Facebook, è pronto a fare sul serio
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«È giunto per me il momento di fare qualcosa di tangibile: far nascere un quotidiano digitale realizzato solo da giovani regolarmente contrattualizzati, magari con la tutela redazionale di qualche "vecchio" a titolo amatoriale (ribaltando la logica dello stage!) che possa riaprire il mercato della scrittura e della lettura giornalistica per le nuove generazioni». 

Lo annuncia in un post Enrico Mentana, direttore del Tg di La7 diventato negli ultimi anni una sorta di eroe dei social network, con un milione di follower su Fb

«Di mio - spiega - ci metterò una parte del finanziamento e il contributo quotidiano di scritti che fino a oggi ho postato su Facebook. Se con contributi economici e pubblicità si reggerà, bene. Se - come inevitabile almeno all'inizio - sarà in passivo, ci penserò io. Se - come spero - diventerà profittevole, tutto l'attivo sarà usato per nuove assunzioni e collaborazioni. Se per motivi loro ci saranno aziende o mecenati in grado di aiutare senza nulla pretendere saranno benvenuti. Per la raccolta pubblicitaria sarà scelto chi farà l'offerta migliore. Chiederò all'Ordine dei giornalisti e alla Fnsi quali possano essere le griglie normative e contributive più corrette e solo allora penserò a come avviare il reclutamento».

Nel post sul suo profilo Facebook, Mentana ricorda di aver «detto e scritto tante volte che noi della generazione degli anni 50 e 60 abbiamo potuto realizzare il nostro sogno di fare i giornalisti, quel che è ormai precluso anche ai più bravi tra i giovani di oggi. Ho cercato di spiegare perché si sia operata questa chiusura pressoché totale (peraltro simile a quella di tante altre professioni). Crisi della stampa tradizionale, crollo della pubblicità, abbattimento dei profitti per l'invalersi del web, costo sempre più alto del lavoro giornalistico già in essere in rapporto alle entrate degli editori, e tanto altro». 

«Il risultato però - sottolinea ancora il direttore del Tg di La7 - è che noi siamo ancora seduti, tutelati da contratti che ci tutelano, ben pagati, con una cassa sanitaria autonoma e una pensione che ci aspetta. Fuori tanti giovani, potenzialmente più che meritevoli, aspettano in piedi e senza garanzie. E anche lettori e telespettatori sono come noi: del resto un prodotto fatto da sessantenni, con modalità novecentesche, è seguito per consuetudine, tradizione e simili coordinate politico-culturali da un pubblico in cui i giovani proprio non ci sono o quasi».

 

 

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