Italia e Estero

Girelli (Pd): «Il Pd deve pensare a come ripartire»

Debutto in Aula per Gian Antonio Girelli, all'opposizione in un momento delicato per il Pd
Il deputato neoeletto del Pd Gian Antonio Girelli - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il deputato neoeletto del Pd Gian Antonio Girelli - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Dopo l’esperienza regionale debutta in Aula tra i banchi di opposizione in un momento delicato per il Pd, alle prese con la fase congressuale. Ma Gian Antonio Girelli è certo di voler svolgere il suo mandato con «responsabilità», come l’attuale momento storico richiede.

On. Girelli, che tipo di opposizione si appresta a fare il Pd?

Un’opposizione seria con un obiettivo interno: sforzarsi di parlare un po’ di più con i cittadini e con i territori. Certo è che quando si era ragionato sul campo largo come unica possibilità di rappresentare l’alternativa al centrodestra non si sbagliava. Ora bisogna vedere se ci saranno ancora le condizioni, bisogna capire quale sia il vero interesse degli altri interlocutori, perché il Pd vuole costruire il cartello dell’alternativa sulle scelte e sui temi reali, non sulle semplificazioni e sugli slogan. 

C’è chi promette e immagina un’opposizione senza sconti...

Io credo che sia un ruolo da svolgere con grande serietà. L’opposizione si fa alle politiche che non si condividono, non si fa sui singoli provvedimenti solo perché non si è stati chiamati a governare in maggioranza: questa si chiama responsabilità.

Si apre una fase nuova per il partito con il congresso alle porte...

Sicuramente. Il congresso però ci sarebbe stato comunque e il primo punto, quello principale, dovrà essere a mio parere quello di interrogarsi su come ci si riorganizza per i prossimi cinque anni, su come interpretare davvero il ruolo di minoranza, ma andrà anche confermato l’impegno per confermare il buongoverno sui territori. Quel che è importante chiarire è che il congresso non serve per lanciare un’opa sul partito nè per promuovere una spinta giovanilistica di facciata. 

Quali i temi chiave per Brescia?

Anche la nostra provincia deve vedere risolti problemi che riguardano tutto il Paese: siamo del resto uno dei punti nevralgici del contesto italiano. Penso, ad esempio, al tema del lavoro, alle politiche ambientali ma anche ai diritti civili, che non devono venire meno, e al rispetto delle regole: no a nuovi condoni, per intenderci. Le emergenze da affrontare sono molte: chi ha vinto è giusto che si assuma la responsabilità di governare.

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