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Fontana: «Non mi dimetto», intanto spunta una multa Anac

Il governatore della Lombardia al centro del caso camicì venne sanzionato per omessa dichiarazione dello stato patrimoniale nel 2017
Il governatore Fontana in consiglio regionale - Foto Ansa/Matteo Bazzi
Il governatore Fontana in consiglio regionale - Foto Ansa/Matteo Bazzi
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«Non mi dimetto. Ho agito in emergenza e la Regione non ha pagato». Così in un'intervista a la Repubblica il governatore Attilio Fontana, in merito all'inchiesta della Procura di Milano sui camici alla Regione Lombardia che lo vede coinvolto insieme al cognato. «Di benzina nel serbatoio ne ho tantissima, anzi devo accelerare per consumarla un po'», dichiara Fontana, che in merito al lavoro dei magistrati aggiunge: «Devono svolgere il proprio compito e accertare la verità. Ci mancherebbe altro».

«Ritengo - sottolinea - che Aria abbia svolto bene il suo lavoro. Chi non comprende il livello di gravità ed emergenza nella ricerca spasmodica di presidi per medici e infermieri, o è stupido o è in malafede. Inoltre ricordo che tutti gli acquisti svolti in quella fase erano in regime di emergenza e seguivano procedure eccezionali tali da non richiedere la sottoscrizione del patto di integrità». «L'elemento più importante è che la Regione Lombardia - aggiunge Fontana - non ha tirato fuori un euro».

Intanto, dalle colonne del Corriere della Sera emerge che il governatore nel 2017 fu multato dall'Anac per omessa dichiarazione dello stato patrimoniale. Fontana venne sanzionato per non aver fornito al Comune di Varese - di cui è stato sindaco fino al giugno 2016 - lo stato patrimoniale del 2016 (relativo al 2015) da cui sarebbe risultata la nuova disponibilità 5 milioni di euro che erano stati sanati in rientro dalla Svizzera utilizzando lo scudo fiscale. Fontana, sempre secondo il Corriere, dei due trust creati dalla madre defunta che «risultava intestataria», in uno risultava «il soggetto delegato» e nell'altro «il beneficiario economico».

 

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