Italia e Estero

Corruzione di senatori, Berlusconi condannato a 3 anni

Silvio Berlusconi è stato condannato a 3 anni di reclusione per la compravendita di senatori. Così hanno deciso i giudici di Napoli
Valter Lavitola, a sinistra, e Silvio Berlusconi, a destra
Valter Lavitola, a sinistra, e Silvio Berlusconi, a destra
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Tre anni di reclusione. A tanto è stato condannato dal Tribunale di Napoli Silvio Berlusconi, per le accuse di corruzione nel processo per la compravendita dei senatori. Alla stessa pena è stato condannato anche Valter Lavitola.

Era il 27 giugno del 2013 quando al gip di Napoli Amelia Primavera fu assegnato il processo Berlusconi-Lavitola. Ci impiegò tre udienze e una camera di consiglio di tre ore per decidere il rinvio a giudizio di entrambi gli imputati il 23 ottobre di due anni fa. Un processo partito l’11 febbraio 2014 e durato un anno e mezzo; una intera sezione penale, la quarta collegio A, quasi del tutto "paralizzata" per consentire lo svolgimento in tempi record il processo di primo grado. Un procedimento, comunque sia la sentenza di oggi, avviato su un binario morto dal momento che appare scontata la prescrizione a breve del reato di concorso in corruzione.

È questo in sintesi il processo a carico di Silvio Berlusconi e Valter Lavitola. Secondo i pm di Napoli (e ora secondo i giudici partenopei), l’ex premier avrebbe pagato tre milioni di euro per convincere l’ex senatore Sergio De Gregorio a passare dal partito di Antonio Di Pietro a Forza Italia, dal centrosinistra al centrodestra per far cadere il governo di Romano Prodi. Era il 2007 e lo scandalo politico fu servito: De Gregorio fu eletto in commissione giustizia con i voti del centrodestra e votò "no" alla fiducia alla legge finanziaria. 

Un progetto politico battezzato "Operazione libertà". Poi la confessione: «Ho accettato un patto scellerato che non rifarei più». Una confessione che ha permesso a De Gregorio di evitare il carcere e di patteggiare la pena ad un anno e otto mesi di reclusione. Un processo che ha visto sfilare numerosi politici dell'epoca, tra gli altri anche Romano Prodi che ha raccontato di non essere a conoscenza dei tentativi di «compravendita di senatori» da parte di Berlusconi.

Immediate le reazioni, specie dei difensori di Berlusconi: «È una sentenza che riteniamo clamorosamente ingiusta e ingiustificata». Lo ha detto l'avvocato Niccolò Ghedini, sottolineando che il processo si prescriverà il 6 novembre. Nonostante la prescrizione Ghedini ha espresso l'auspicio che la Corte di Appello assolva Berlusconi nel merito.

 

 

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