Se la voleé Istat manda il padel nel paniere

Se aprile è il più crudele dei mesi, come scriveva Thomas S. Eliot, misurare (e valutare) è la più difficile, o quasi, delle incombenze. Il compito dell’Istat si rivela da sempre assai complesso; perciò l’istituto di statistica si avvale di una «formula dinamica», con un paniere sempre aperto ad accogliere nuovi tipi di prodotti così da riflettere anche il mutare degli stili di consumo.
La finalità è quella di restituire uno specchio della società italiana veridico e quanto più realistico possibile.
Una vera e propria rincorsa per afferrare lo spirito (inflattivo ed economico) del tempo che ha visto fuoriuscire dal paniere l’ebook reader ed entrare il pasto «all you can eat»; e tali scelte restituiscono appunto una fotografia affidabile di un Paese che non brilla per numero di lettori, mentre non rinuncia a mangiare fuori alla ricerca di ogni forma possibile di risparmio (o anche, nella fattispecie, di «ingordigia»), con i relativi dubbi sulla qualità di ciò che mangia.
Nel paniere ha fatto il suo ingresso or ora anche il padel, che sta andando un po’ in disuso, proprio quando l’Italia impazzisce per Jannik Sinner e sta riprendendo forza il movimento tennistico. Una metafora perfetta della difficoltà di costruire indicatori statistici aggiornati e adeguati per le politiche economiche.
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