Stamina, caos senza fine. Anche Venezia impone le cure

Dopo Pesaro, anche il tribunale di Venezia impone la terapia al Civile: "La piccola Celeste va curata".
Stamina, nuovo capitolo nella vicenda
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Nuovo capitolo del garbuglio sanitario e giudiziario della vicenda Stamina. Entro luglio dovranno essere individuati un anestesista pediatrico e un infusore per proseguire la cura con le staminali per la piccola Celeste, 4 anni, di Mestre, già sottoposta alle infusioni all'ospedale Civile. Lo ha stabilito il tribunale di Venezia ordinando in tal modo all’azienda ospedaliera di proseguire la terapia con il metodo Stamina.

Secondo i familiari della piccola, come riporta la Nuova Venezia, la decisione dei giudici fornisce la prova che la loro lotta ha ragioni fondate. L’ospedale ha bloccato questo tipo di cure perché non vi sono medici disponibili: pesa l’inchiesta che coinvolge personale del Civile e i vertici di Stamina, oltre all’incertezza sul pronunciamento del Comitato scientifico del ministero della Salute, chiamato a valutare il controverso trattamento

Nel frattempo, però, anche da Pesaro era arrivato l'ordine di riprendere le cure. E se ne era occupato lo stesso braccio destro di Vannoni, Andolina: nominato commissario ad acta dal tribunale marchigiano per le infusioni al piccolo Federico ed indagato dalla Procura di Torino proprio per le terapie avviate al Civile. Un paradosso che non sembra avere fine, visto l'ultimo sviluppo da Venezia, mentre per il ministro alla Salute Lorenzin non ci sono riscontri su miglioramenti tra i pazienti sottoposti ad infusioni. «A Brescia si sono travalicati i limiti», ha detto durante un'audizione nella commissione Sanità del Senato. Contro la stessa Lorenzin è arrivata nel frattempo la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle, con accuse relative al modo in cui ha gestito la vicenda Stamina. 

 

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