GdB & Futura

Modelli additivi: nuove strategie per le produzioni biomedicali

Webinar a cura del polo tecnologico Csmt: capire e applicare le tecnica alle necessità mediche
Le maschere da snorkeling trasformate da Isinnova
Le maschere da snorkeling trasformate da Isinnova
AA

Tecnologie additive e biomedicale sono un binomio destinato a cementarsi sempre più nel corso degli anni. Da tempo infatti l’additive manufacturing, «cioè quella serie di processi finalizzati alla realizzazione di modelli e componenti per addizione di materiale layer by layer, partendo da un modello matematico tridimensionale» come spiegato dalla ricercatrice dell’università di Brescia Paola Ginestra durante un webinar organizzato dal polo tecnologico Csmt, si è avvicinata la mondo sanitario, integrando e implementando tecnologie già disponibili.

Gli esempi di questa «partnership» si sprecano. «All’interno della nostra realtà abbiamo per esempio grandi competenze volte alle realizzazione di protesi - afferma la ricercatrice Bianca Colosimo in rappresentanza del comitato tecnico del competence center Made (Csmt e Statale ne fanno parte - ma anche al redesign e alla prototipazione funzionale». Ma alla mente ai più sovviene alla mente quello che in questo anno difficile è stato forse il caso più lampante di come l’additive manufacturing possa correre in aiuto del sistema sanitario. Durante il webinar, introdotto dal presidente e ceo di Csmt Riccardo Trichilo e moderato dal responsabile Project Funding del polo Alberto Bonetti, ancora una volta si è parlato di Easy Covid-19.

La maschera respiratoria è stata creata dal team di Isinnova guidato da Cristian Fracassi partendo da una maschera da snorkeling, modificata grazie all’introduzione di una specifica valvola (Charlotte) stampata in 3D. Il file di tale valvola è stato messo online gratuitamente e ad oggi è ad oggi risulta essere il più scaricato nella storia della stampa 3D. Ma come nel macro anche nel micro l’additive manufacturing può portare grandi benefici.

A testimonianza di ciò è arrivata la testimonianza di Stefano Linari, fondatore e amministratore di Linari Nanotech, azienda specializzata in stampa di nano materiali e nano fibre. «La nostra produzione è a metà tra un’estrusione classica e una verniciatura elettrostatica - spiega l’imprenditore -. Le apparecchiature a nostra disposizione producono un filamento nanometrico continuo sotto l’effetto di un campo elettrico, che consente di plasmarlo in un tessuto-non tessuto. Ciò consente la creazione di componenti destinati prevalentemente all’ingegneria tessutale».

Alla fase di creazione però si affianca anche quella di misurazione e controllo dei prodotti. In quest’ottica un ruolo di primissimo piano, anzi strategico, come ricordato dal ceo di Aqm Gabriele Ceselin, è giocato dalla tecnica tomografica, che permette anche la ricostruzione tridimensionale dell’oggetto scansionato per ricavarne informazioni morfologiche, dimensionali e d’integrità strutturale.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia