«Il problema delle auto elettriche sono i costi di ricarica»

Il discorso sulle automobili ad alimentazione elettrica può ora arricchirsi delle testimonianze di chi la guida, dopo alcuni anni di effettiva concretezza e messa su strada. Le opinioni sono sfaccettate, così come sfaccettato è l’intero discorso sulla mobilità sostenibile.
Chi è a favore
C’è per esempio chi non tornerebbe all’auto tradizionale. È il caso di Luca, 39 anni, che da agosto 2021 guida un’utilitaria elettrica acquistata anche grazie agli ottimi incentivi statali e regionali che in quel periodo resero la spesa più accessibile. Ha dovuto modificare qualche abitudine, ma per lui l’automobile ecologica è insostituibile.
«Per lavoro viaggio molto all’estero e quando sono in Italia non percorro tratte importanti in automobile, quotidianamente. Detto questo, quando sono a Brescia la macchina elettrica è perfetta», ci racconta. «In città e per brevi tratti si consuma relativamente poco e la ricarica è sporadica».
Come cambiano le routine
Le routine certamente cambiano. «Se con l’auto a benzina basta fare un pieno al volo, con l’elettrico è necessario calcolare il tempo per la ricarica, soprattutto se non si ha a disposizione un garage con una presa elettrica (la ricarica è più lenta, ma basta lasciarla lì per tutta la notte).
E sui viaggi lunghi i tempi si dilatano: bisogna fare diverse tappe. Le colonnine a oggi non si trovano su tutte le tratte autostradali e in tutte le stazioni di servizio: in A4 e in A21 sono ancora poche: andando verso Venezia la prima che si incontra è a Sommacampagna. Tuttavia, da quando ci sono le colonnine a ricarica veloce e ultra veloce tutto è più semplice: in pochi minuti si carica abbastanza per percorrere una sessantina di chilometri».
I costi
Nota dolente: i costi. «Tre anni fa gli abbonamenti alle colonnine – le tariffe più o meno si somigliano tutte, indipendentemente dal gestore – erano incredibilmente convenienti. Nel corso del tempo sono aumentati parecchio, a volte inspiegabilmente».
Lui, per esempio, all’inizio pagava 30 euro per ricariche illimitate. Oggi il costo della tariffa scelta è di 57 euro per 100 kW. «A fronte di questi costi non so se l’elettrico sia più conveniente della benzina o del diesel. Ma restano gli altri vantaggi, a partire dalla guidabilità. L’auto elettrica è silenziosa, fluida, reattiva, stabile, veloce, sicura… Nel traffico, poi, percepisci di essere verde: quando hai davanti un diesel è naturale pensare a te, che non emetti nulla. È una bella sensazione».
Auto elettrica, non più un affare
C’è anche chi dice no. È il caso per esempio di Fabio, 41enne che nella vita lavora come responsabile qualità di una ditta bresciana che produce manufatti in gomma, e di Giulia, 38enne responsabile della comunicazione in un’azienda di Milano. Anche loro – scegliendo un modello familiare – acquistarono l’auto elettrica nel 2021 grazie agli incentivi. «Volevamo un motore green e sembrava il momento giusto, con gli incentivi e l’abbonamento illimitato per le ricariche», racconta lei.
«Fu un grandissimo affare: per un anno abbiamo guidato solo in città e provincia e i consumi erano ottimi. Ricaricandosi durante la frenata, l’auto manteneva l’autonomia a lungo». Il caro-energia si è però trasformato in un caro-abbonamenti, spiega Fabio. «Da 30 euro per ricariche illimitate (anche loro confermano gli stessi numeri, ndr) siamo passati a 150 euro mensili per un tot di kW limitati».
Le tratte
L’altro fattore che ha reso l’auto elettrica più sconveniente è stato un cambio di lavoro di Fabio. «Mi hanno assunto in un’altra azienda e ho iniziato a percorrere anche tangenziali e autostrade. Dai 150 euro siamo passati a spendere anche 350 euro ogni mese. Non solo a causa dell’aumento dei chilometri, ma anche perché nel frattempo i fornitori di energia hanno modificato ulteriormente i contratti».
I costi, quindi, si sono essenzialmente equiparati a quelli di un benzina o di un diesel, ma con i limiti dell’auto elettrica, «che non ti dà la flessibilità e immediatezza della macchina termica».
Il problema: gli abbonamenti
La convenienza non c’era più. E così Fabio e Giulia hanno rivenduto la macchina ancor prima del termine del contratto. «Abbiamo pure rischiato una forte svalutazione. Il problema sono proprio gli abbonamenti», dichiara Fabio. «Così come sono», aggiunge Giulia, «non attirano clientela e non invogliano ad acquistare l’auto elettrica come prima automobile, anche in chi come noi ha a cuore l’ambiente. La convenienza è solo per chi la usa esclusivamente in città e come seconda macchina. E per chi ha la possibilità di ricaricare in garage, con i costi delle utenze domestiche.»
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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