Il metano no e l'eolico pure: ma chi decide?

Vedremo come andrà a finire. Come e quando finirà la maledetta guerra sul campo e, più prosaicamente, quell’altra guerra, quella del gas e dell’energia. Il Governo corre a qualche riparo, non escludendo il riavvio delle centrali a carbone: è una sorta di ritorno alla preistoria ma l’alternativa è, ben che vada, la razionalizzazione del metano.
In questo quadro complicato, sorprende lo studio che la ricerca Regions di Elemens ha reso noto in questi giorni e che Il Sole 24 Ore ha pubblicato. È un quadro desolante di quel che noi - Italia - potremmo fare per trovare qualche palliativo (non la soluzione: palliativo) ad una più che possibile carenza di gas visto che si pensava di ridurre quel poco che abbiamo in mare. Sono anni che diciamo che bisogna andare sulle rinnovabili, solare ed eolico in primis.
Avanti: quanto a vento non ne abbiamo tantissimo (ma un po’ certo che sì), ma di sole sì, perdio. Allora: che si sappia che le autorizzazioni per nuovi impianti eolici sono ferme al 99%, appena appena più positiva la situazione per il fotovoltaico.
Sono progetti per la gran parte di privati, miliardi e miliardi di investimenti disponibili. Capisco (ma fino pagina uno) le riserve di tanti (le pale eoliche son brutte) ma in tanti citiamo il caso della Danimarca che è quasi tutta green dimenticandoci le sue foreste marine di pale eoliche. Secondo la ricerca citata, ci sono 209 progetti sotto esame al ministero della Transizione ecologica: 41 sono stati bocciati dal ministero della Cultura, per 6 c’è stato il via libera. Silenzio gelido sugli altri 162. Un inverno sta finendo, ma fra sei mesi il freddo torna...
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